Che meraviglia in questa grotta per 16mila anni rimasta sigillata al mondo. Lì dentro il tempo si è fermato al Paleolitico, al suo interno trovare tante sorprese.
Una grotta inesplorata per 16mila anni ha visto di nuovo degli esseri umani entrare nei suoi meandri. Ma voi avete un’idea di che periodo sia questo? La storia dell’umanità, da quando la civiltà si è sviluppata con le prime popolazioni dell’Antichità, non arriva che ad eguagliare poco più di un quarto di questo lunghissimo periodo. Si pensa che tra il 6mila ed il 5mila a.C. siano sorte le prime organizzazioni strutturate al di fuori del sistema tribale, con la formazione quindi delle prime città.
Avvenne nel territorio della Mezzaluna fertile, in Mesopotamia, tra i fiumi Tigri ed Eufrate, in un’area che ad oggi è inglobata nell’odierno Iraq. Nel frattempo in quella grotta chiusa da 16mila anni era già calato il silenzio da millenni. Per questo la scoperta che è stata compiuta adesso ha qualcosa di eccezionale. Le grotte in questione si trovano in Germania, in un’area situata nella parte meridionale dello Stato centroeuropeo.
Grotta 16mila anni fa visitata per l’ultima volta dall’uomo
I reperti trovati al loro interno hanno confermato come gli ultimi individui che sono passati lì dentro siano vissuti durante l’ultima delle quattro Ere Glaciali note. Ovvero quella chiamata Würm è che si è protratta da 110mila a 12mila anni fa. La prima invece risale a più di mezzo miliardo di anni fa (ma la terra già aveva almeno quattro miliardi di anni, n.d.r.) e poi hanno fatto seguito le altre tre. La archeologa preistorica (o paletnologa) Yvonne Tafelmaier ha scoperto questa grotta di 16mila anni fa nel corso di alcuni scavi da lei condotti nella città di Engen.
La ricercatrice e scienziata che lavora per l’Università di Tubinga è stata in grado di individuare il solo ingresso confermato di questa grotta. La quale era abitata da nostri antenati Sapiens che ormai avevano consolidato dei sistemi di caccia per la loro sopravvivenza. La scoperta dell’entrata della caverna è avvenuta ad aprile 2023, dopo circa un anno e mezzo di scavi interrotti in alcune circostanze. Poi il raggiungimento della stessa è accaduto invece il 4 luglio.
Che oggetti favolosi hanno trovato gli archeologi all’interno
L’ingresso era del tutto ostruito da rocce e sedimenti vari che si sono formati nel corso delle diverse epoche. All’interno di questo anfratto rimasto al buio ed al silenzio più totali sono emersi dei reperti di una importanza a dir poco capitale. Si parla di diverse statuette e rappresentazioni di piccole dimensioni che hanno reso bene l’idea di quanto il concetto di arte fosse ormai consolidato già in quei tempi lontanissimi. Inoltre i nostri progenitori che hanno vissuto in un periodo così tanto lontano da noi e dalla modernità dei giorni d’oggi avevano già avuto modo di conoscere l’utilizzo dei primi, rudimentali strumenti musicali.
In questo contesto ci troviamo nel Paleolitico superiore, all’incirca fra quarantamila e diecimila anni fa. In quel tempo le popolazioni primitive stanziatesi in Europa avevano concepito alcuni strumenti capaci di riprodurre dei rumori e dei suoni in qualche modo armoniosi. E che certamente avevano suggerito ai nostri antenati di lungo corso anche il concetto di ritmo e di musica, cosa che ha degli effetti profondi pure sugli animali. Si tratta di sonagliere fatte con delle conchiglie, raschiatori, fischietti, flauti e rombi realizzati con le ossa degli animali cacciati.