Per l’Italia, l’obbiettivo di raggiungere la neutralità climatica risulta ancora molto lontano e le stime dei rapporti sulla situazione non sono positive, anzi: andiamo a vedere a che punto siamo
La transizione energetica sta coinvolgendo tutti i paesi al fine di raggiungere l’obbiettivo della neutralità climatica. La sfida è rappresentata dal passaggio, necessario e improrogabile, a politiche ed economie a emissioni zero. L’equilibrio complessivo tra le emissioni di gas serra di origine antropica e l’assorbimento delle stesse dall’atmosfera, è prioritario anche per contenere l’incremento delle temperature globali al di sotto dei 2 gradi centigradi.
Il net-zero, secondo le direttive della UE, si dovrà raggiungere entro il 2050, come stabilito dal Green Deal europeo, nell’ottica di tutela della salute del Pianeta che subisce gli effetti dei cambiamenti climatici sempre più incontrollati e devastanti. Grazie alla nuova legge sul clima si sono definiti obbiettivi mirati e traguardi da superare prima del 2050. La legge prevede normative settoriali e specifiche atte a delineare le linee guida da seguire ed implementare all’interno del cosiddetto “pacchetto clima”.
La situazione rispetto al raggiungimento della neutralità climatica in Italia, fotografata da Italy For Climate, non è tra le più incoraggianti. L’andamento lento con cui sta procedendo l’Italia si quantifica in 2 milioni di tonnellate di gas serra tagliati all’anno, con una prospettiva di azzeramento troppo lontana nel tempo. A questo ritmo l’Italia impiegherà circa 200 anni ad arrivare all’equilibrio di net-zero. Tutti i rapporti, inerenti alla crisi climatica, definiscono il nostro paese ancora troppo indietro rispetto alle dinamiche della transizione energetica, e non al passo con gli altri paesi europei.
L’Italia dunque risulta disallineata e in grave ritardo rispetto agli obbiettivi energetici e climatici prefissati per ottenere la neutralità climatica entro il 2050. Uno dei motivi è la nostra elevata dipendenza energetica dall’estero, e nell’ultimo anno la situazione è rimasta invariata rispetto a quella del 2021. Complici anche la crisi dei prezzi dell’energia e l’intensificarsi degli effetti della crisi climatica, l’Italia non ha saputo adeguarsi e sostenere attivamente il percorso della transizione energetica.
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Un peggioramento del mix-energetico ha arrestato la riduzione avviata delle emissioni di CO2 e contemporaneamente la svolta verso le rinnovabili risulta ancora insufficiente per i traguardi imposti. Il salto di qualità non è avvenuto e le stime parlano di bassa crescita rispetto alle installazioni di impianti di produzione di energia pulita come fotovoltaici o eolici. Nel 2022 un barlume di speranza dato da una buona crescita che vede installati 3 GW, ma non è ancora abbastanza. L’Europa corre e l’Italia arranca verso il futuro green auspicato.
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