L’uso della neve artificiale è molto diffuso, ma non è esente da conseguenze impattati sull’ambiente. Se ha il pregio di garantire panorami montani unici, nonché di sciare anche se non nevica, l’altra faccia della medaglia è la sua insostenibilità.
Avere un panorama montano a portata di mano. Godersi una vista innevata, anche se in realtà non è nevicato, potendo divertirsi sugli sci. Questo è quello che dona la neve artificiale, ma a che prezzo?
A lanciare l’allarme di quanto sia insostenibile per il Pianeta è stata Legambiente, nota associazione ambientalista del Bel Paese, con il report Nevediversa 2023. In particolare dal documento emerge come imbiancare le montagne con i cannoni si riversi in modo negativo sull’eco sistema.
Neve artificiale: le conseguenze sull’ambiente
Sembra proprio che della neve artificiale non se ne possa fare a meno. Negli ultimi anni è sempre più usata: d’altronde con il riscaldamento globale, gli inverni si fanno sempre più caldi e la neve scarseggia. Dato significato è quello riferito al numero di piste dello Stivale imbiancate artificialmente: si parla di un 90%, numero record più alto di tutta Europa.
Per sparare la neve artificiale con i cannoni sono necessarie grandi qualità di acqua – comportando un grande stress per i corsi d’acqua e i laghi – nonché di energia. Dallo studio di Legambiente emerge come ogni anno siano necessari circa 96.840.000 m3 di acqua per imbiancare 6.781 km di piste. Per non parlare del consumo energetico che sarebbe pari a 25.426 kWh.
Inoltre la neve artificiale non fa che aumentare i costi degli impianti, rendendo lo sci sempre più inaccessibile. Ormai si assiste a un inesorabile aumento degli impianti dismessi.
Uso della neve artificiale, le possibili soluzioni alla sua insostenibilità
Di certo continuare a ricorrere alla neve artificiale non è proprio l’ideale, vista la sua insostenibilità. Nel lungo periodo non si farà che inquinare il pianeta.
Proprio per questo è necessario ripensare agli impianti sciistici in chiave sostenibile. Questo significa adattarsi alle condizioni dettate dal riscaldamento globale, rivedendo anche gli usi per le piste. Per esempio trasformare le piste in piste di downhill da attraversare con le mountain bike nonché fare investimenti sull’escursionismo con le racchette, sia in inverno, sia in estate.