Si tratta del fenomeno atmosferico che interessa molte zone d’Italia: la neve tonda o graupel, ma di cosa stiamo parlando in realtà.
Quando parliamo di neve tonda o anche graupel, facciamo riferimento a una forma di precipitazione invernale legata a un’atmosfera estremamente instabile. Il fenomeno è rimasto quasi sconosciuto a lungo in Italia, fino a sorprendere, nello scorso fine settimana, molti residenti del Centro Sud della Penisola, che non hanno potuto fare a meno di segnalare e registrare “l’anomalia”.
Anomalia che a quanto pare potrebbe ripetersi: ma cerchiamo di capire di più su questo fenomeno atipico e sulle sue differenze con una comune grandinata, che è però molto più comune d’estate. La graupel, o neve tonda, è un fenomeno che è riconducibile ai cosiddetti temporali di neve, sempre più comuni.
Chiariamo subito che neve tonda e grandine hanno origini diverse e caratteristiche distintive: la graupel è in realtà una vera e propria nevicata, nel corso della quale dei piccoli fiocchi di neve hanno perso la loro struttura originale. Il fenomeno che conosciamo come grandine è prettamente estivo e ha una natura molto particolare: correnti ascensionali calde e umide si spingono verso le parti fredde di nubi note come cumulolembi.
Si tratta di nubi stratificate e di tipo temporalesco che solidificano le gocce d’acqua e le trasformano in cristalli di ghiaccio, ovvero nei chicchi di grandine, con una stratificazione a cipolla, come potremmo osservare se ne sezionassimo uno a metà. Ma dunque, se i fenomeni sono così diversi, perché i fiocchi di neve tonda somigliano così tanto alla grandine? La risposta è in un punto in comune tra i due fenomeni.
Anche la graupel ha una sua stratificazione, infatti: avviene che i fiocchi entrino in contatto con minuscole goccioline d’acqua liquida a temperature sotto lo zero, nota come acqua sopraffusa. Queste si solidificano intorno al fiocco formando una sottile crosta di ghiaccio: così il fiocco di neve ci appare tondo e simile a un chicco di grandine, nel momento in cui cade sul terreno.
Ma da cosa deriva questo nome così particolare? Come detto, i graupel sono piccole palline morbide, simili a pellet, che si formano quando goccioline d’acqua super raffreddate si congelano su un cristallo di neve: un processo che scientificamente è noto come riming ovvero fare la brina. Oltre che neve tonda, il graupel viene chiamato anche pellet di neve oppure grandine morbida.
Il suo nome invece deriva dal tedesco ed è il diminutivo di graupe, che significa “orzo perlato”, sebbene poi quel significato originario si sia lentamente perso e ora la parola graupel viene considerata un vero e proprio sinonimo dell’espressione grandine soffice o morbida, che abbiamo usato poco fa. Il termine deriva anche secondo alcuni etimologi dalla parola di origine slava “krupa”, ovvero semola.
Quello della neve tonda è un fenomeno che non ha una storia lunghissima alle spalle, almeno se si considerano i tempi di una scienza come la meteorologia: la graupel, difatti, venne osservata per la prima volta in un bollettino meteorologico del 1889. Fu da quel momento in poi che questo termine entrò ufficialmente nel glossario dei meteorologi di tutto il mondo.
In molte aree, il graupel è relativamente raro: questo perché si verifica in condizioni atmosferiche davvero uniche. Per chiarire ulteriormente, la grandine è in sostanza acqua piovana che si congela a contatto con una nuvola temporalesca, la neve si forma quando il vapore acqueo si trasforma in ghiaccio, invece la neve tonda o graupel avviene se si verificano due condizioni in contemporanea.
Ovvero, come abbiamo detto, e al contrario del nevischio, in cui la neve si scioglie mentre cade, quindi si ricongela prima di toccare il suolo, la nuvola che forma il graupel deve contenere sia neve che acqua liquida super raffreddata, le cui goccioline si congelano all’esterno, accrescendo il fiocco di neve.
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