Il grasso di maiale come carburante potrebbe sembrare un’ottima soluzione in quanto a basse emissioni. Tuttavia comporta altre modalità di inquinamento
Il carbon footprint del grasso di maiale è parecchio basso. Il carbon footprint non è altro che il calcolo delle emissioni di gas serra legato a un prodotto o a un evento. Dove per evento per esempio si può intendere una tratta di un trasporto aereo, e per prodotto tutta la filiera della sua creazione dalla nascita allo scarto. Il problema dei carburanti è diventato sempre più urgente, sia nella comunità europea che nel resto del mondo.
Per arrivare agli obiettivi del 2030, e a quelli ancora più alti degli Accordi di Parigi del 2015, che prevedevano un innalzamento delle temperature non superiori a 1,5 gradi rispetto alle misurazione del 1900, si deve necessariamente modificare sistema di trasporti. Uno dei settori più inquinanti. Dato che i vari stati membri sembra non siano affatto intenzionati a chiedere ai propri cittadini una riduzione dell’utilizzo dei carburanti, dunque anche dei veicoli, l’unica soluzione che rimane è di mettere a punto un carburante a basse o zero emissioni.
Non si tratta esattamente di una novità. Purtroppo, come abbiamo visto in altri articoli, la maggior parte delle balene sono state massacrate e cacciate per ottenerne l’olio. L’olio del grasso di balena, era utilizzato a vari scopi, tra cui quello di carburante, in generale per ogni tipo di combustione, compreso accendere le torce. Dunque, il grasso di maiale, può essere considerato un bio carburante, dato che non viene generato, ma recuperato da animali già deceduti. Nonostante i biocarburanti siano considerati e celebrati come la soluzione per il futuro, specialmente per il trasporto aereo, dove la quantità di emissioni è altissima, non si può dire che si non siano a costo zero per l’ambiente.
C’è una considerazione da fare. Secondo le stime, gli obiettivi per il 2030 del trasporto aereo sono di utilizzare il 6% di carburante sostenibile. Se questo carburante provenisse dal grasso dei maiali, ogni volo transatlantico necessiterebbe le carcasse di circa 400 suini. Tuttavia c’è un altro problema difficile da arginare. Il grasso di maiale viene già utilizzato e riciclato nell’industria, come ad esempio quella per la produzione di cibo per animali domestici. Se questo grasso venisse deviato verso il biocarburante, sarà necessario per tali industrie utilizzare altri materiali quali l’olio di palma, che ha un impatto molto alto da un punto di vista ambientale. Ed il serpente continuerebbe a mordersi la coda.
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