Una nuova scoperta ha annunciato una rivelazione impressionante: a porre fine alla specie dei dinosauri non fu solo un asteroide
66 milioni di anni fa si schiantò sulla Terra un asteroide, quello responsabile dell’estinzione dei dinosauri. O almeno, questo è quel che si è creduto finora. A quanto pare, una delle più recenti scoperte, ha messo in discussione questa teoria: pare non sia stato solamente un asteroide a porre fine alla vita dei dinosauri sul pianeta Terra.
Uno studio, pubblicato sulla rivista Science Advances dalla Heriot-Watt University di Edimburgo, con la collaborazione delle università del Texas e dell’Arizona, annuncia un’incredibile scoperta, trovata sul fondo dell‘Oceano Atlantico, davanti alle coste della Guinea.
Sul fondo dell’Oceano Atlantico, precisamente davanti alle coste della Guinea, i ricercatori hanno scoperto un cratere largo 8,5 km e profondo diverse centinaia di metri. La causa è probabilmente l’impatto con un oggetto che misura 400 metri di diametro, forse parente del famosissimo asteroide Chicxulub. Con simili dimensioni, è facile immaginare le conseguenze catastrofiche dell’impatto: probabilmente ha provocato un terremoto di magnitudo superiore a 6,5, uno tsunami con onde alte più di 900 metri e un’energia anche mille volte maggiore di quella della recente eruzione del vulcano Tonga.
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Gli scienziati hanno chiamato “Nadir” il cratere scoperto, prendendo il nome da una montagna sottomarina piuttosto vicina, di origine vulcanica. L’epoca a cui risalirebbe sarebbe la stessa dell’impatto del Chicxulub in Messico. E’ stata una scoperta avvenuta per puro caso: i ricercatori stavano studiando il fondale marino con la sismica a riflessione, un metodo molto simile all’ecografia, che invia onde di pressione attraverso l’oceano e il suo fondale, per analizzare i riflessi dell’energia.
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Le caratteristiche di Nadir sembrano essere compatibili con quelle di un impatto. Secondo le simulazioni al computer, la collisione deve essere stata drammatica. Per confermare le ipotesi, sono incorso le operazioni di prelievo di fondale marino. Questo permetterà di valutare l’età e l’eventuale presenza di minerali, capendo se si tratta di un pezzo distaccatosi dallo stesso asteroide Chicxulub o un altro esemplare che potrebbe aver colpito i pianeti del Sistema solare a distanza di meno di un milione di anni.
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