Ogni giorno si scoprono fenomeni inspiegabili, a cui non sappiamo dare un nome: uno di questi è l’occhio del Sahara, una strana formazione geologica nel bel mezzo delle sabbie.
Nonostante abitiamo il nostro pianeta ormai da millenni, le sorprese che questo ci riserva non finiscono mai. Quotidianamente, anzi, capita di scoprire posti sconosciuti e misteriosi, oppure di imbattersi in fenomeni o forme di vita animale o vegetale difficili da classificare. Pensiamo ad esempio al lago sottomarino scoperto nel Golfo del Messico, così pericoloso da uccidere quasi ogni essere vivente che ci si imbatte. Oppure pensiamo alle particolari spugne aliene che popolano il fondo dell’Oceano Pacifico: questa specie animale ha preso il nome da E.T. L’extraterrestre, proprio grazie alla sua strana forma che ricorda la testa dell’alieno che voleva “telefonare a casa”.
Ma le scoperte inspiegabili non si fermano solo al fondo dei mari, anzi, alle volte ci si sposta in luoghi che potrebbero essere considerati il loro esatto opposto: i deserti. È il caso ad esempio del cosiddetto occhio del Sahara, una formazione geologica scoperta solo nel 1965 e ancora oggi frutto di ipotesi e speculazioni più che di spiegazioni certe. Nonostante le sue ragguardevoli dimensioni (si tratta di una formazione di 40 chilometri di diametro), fu scoperta solo a metà degli anni ’60 poiché nessuno era mai riuscito a “notarla” da terra.
Si dovette attendere il lancio di una missione spaziale che aveva lo scopo di fotografare la superficie terrestre dallo spazio per accorgersi di questo strano occhio all’interno del deserto del Sahara. Da allora gli scienziati hanno cercato di spiegare il fenomeno in ogni modo, proponendo come prima ipotesi quella di un impatto da asteroide.
Eppure, le successive rilevazioni in loco mostrarono una totale assenza di roccia fusa. E allora di cosa si tratta? L’occhio del Sahara appare come una serie di cerchi concentrici, il cui nome tecnico è struttura di Richat. Essa sorge in Mauritania e ad oggi la spiegazione più accreditata è che si tratti del frutto di una lenta ma inarrestabile erosione rocciosa, avvenuta a partire da oltre 100 milioni di anni fa.
Nello specifico gli scienziati canadesi Guillaume Matton e Michel Jébrak pensano che si tratti di una ex cupola vulcanica, risalente al periodo in cui il continente africano e quello sudamericano, dapprima uniti nella Pangea, si separarono. L’occhio del Sahara, che oggi è considerato un vero e proprio punto di riferimento per gli astronauti grazie alle sue dimensioni ragguardevoli, si è meritato anche spiegazioni più peculiari: secondo alcuni sarebbe opera degli alieni, proprio come nel caso dei cerchi nel grano!
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