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Inquinamento oceani: più plastica che pesci in acqua entro il 2050

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Il segretario Generale ONU Antonio Guterres esprime preoccupazione e dichiara l'”emergenza oceanica. È necessaria un’inversione di rotta

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Oceani (Foto Unsplash)

Il surriscaldamento degli oceani, unito all’enorme quantità di plastica inquinante è diventata una vera e propria emergenza. Il Segretario Generale ONU, Antonio Guterres, ne ha parlato durante l’Apertura della Conferenza Mondiale sugli oceani che ha aperto i battenti a Lisbona il 27 giugno. “Quando vediamo la Terra dallo Spazio, apprezziamo davvero di vivere su un pianeta blu, l’oceano ci collega tutti. Purtroppo abbiamo dato l’oceano per scontato e oggi dobbiamo affrontare quella che definirei un’emergenza per gli oceani. Dobbiamo invertire la rotta“.

Il Segretario ONU ricorda come l’acqua, e di conseguenza gli oceani, con tutta la flora e la fauna in essi contenuta sono risorsa vitale per l’uomo ed è un dovere, oltre che un vantaggio, proteggerla. L’inquinamento delle acque avviene principalmente per una mala gestione delle acque reflue, a cui si aggiungono comportamenti pressappochisti della popolazione. È sempre la solita questione: quello che non si vede è come se non esista. Ed invece non è così. Oltretutto l’inquinamento da plastica inizia ad essere visibile anche ad occhio nudo. Non servono le statistiche per toccare con mano il surriscaldamento delle acque. Il dato più preoccupante è che non si cercherà di tornare indietro, si creerà una condizione irreversibile.

Oceani, meno pesci e più plastica

Oceani (Foto Unsplash)

Sta aumentando rapidamente l’anagrafe delle specie marittime a rischio. Ad esempio, la popolazione di squali e razze è crollata di oltre il 70 per cento negli ultimi 50 anni.  Secondo l’ONU la responsabilità è completamente umana: quasi l’80 per cento delle acque reflue viene riversata in mare senza alcun trattamento preliminare che le possa depurare. Tentando un’equazione semplice, con il 70 per cento di specie marine ridotte, ed accanto 8 milioni di tonnellate di plastica che ogni anno finiscono in mare, la risoluzione è tragicamente palese.

Tra qualche anno, che l’ONU stima al 2050, negli oceani ci sarà più plastica che pesci. Affermazione forte e drammatica su cui Guterres rincara la dose: “non possiamo avere un pianeta sano senza un oceano sano”. L’inquinamento degli oceani è ovviamente correlato con l’inquinamento generale prodotto dalle emissioni di Co2. Il surriscaldamento della Terra porta a surriscaldare anche gli oceani. Con questo squilibrio le specie marine non sono a proprio agio, e rischiano di estinguersi in breve tempo.

Conclude Guterres: “Il riscaldamento globale sta spingendo le temperature oceaniche a livelli record, creando tempeste più violente e più frequenti. Il livello del mare sta aumentando. Le nazioni insulari basse devono affrontare inondazioni, così come molte grandi città costiere del mondo. La crisi climatica sta anche rendendo gli oceani più acidi, sconvolgendo la catena alimentare marina

Giulia Borraccino

Sono nata e cresciuta a Roma. Laureata in Comunicazione con specializzazione in semiotica testuale, nel tempo mi sono appassionata all'approfondimento dei temi ambientalisti ed al giornalismo d'inchiesta. Amo l'arte in tutte le sue sfaccettature.

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