Il buco gravitazionale all’interno dell’Oceano Indiano, fenomeno conosciuto da decenni, ora ha una spiegazione plausibile. Lo studio.
Quando si parla di sostenibilità non ci si riferisce esclusivamente al modo green di fare la spesa al supermercato o di riciclare la spazzatura. È un concetto molto più ampio, che riguarda materie multidisciplinari di cui la geologie e l’astronomia sono parte integrante. Tutto ciò che accade al di sopra e al di sotto del suolo incide fortemente con gli equilibri terrestri. E con i cambiamenti in atto che potrebbero mettere a repentaglio l’esistenza di diverse specie marine e non. Di recente uno studio condotto da Attreyee Gosh, professoressa associata universitaria presso l’Indian Institute of Science, ha gettato una luce diversa su uno dei fenomeni più misteriosi che riguardano il Pianeta: il buco gravitazionale all’interno dell’Oceano Indiano.
Esso non è altro che un’area posta nella profondità dell’oceano dove la forza di gravità è registrata ai minimi livelli rispetto alla media terrestre. L’importanza di questo fenomeno è nella spiegazione della sua origine, che potrebbe contribuire notevolmente a comprendere i movimenti del nucleo terrestre.
Il fenomeno è noto da decenni. Tuttavia è stata proprio la professoressa Gosh, con il suo team di studiosi, a ricavare delle teorie interessanti nel 2017, che oggi, con le tecnologie più avanzate, sono state confermate. Alla base di questa anomalia gravitazionale all’interno dell’Oceano Indiano, ci sarebbe una risalita di rocce molto calde e dunque con densità minore di materia.
A questo punto è doveroso fare un passo indietro. Conosciamo il fenomeno della gravità, ed abbiamo a che fare con esso nella vita di tutti i giorni. È proprio la gravità a consentirci di rimanere attaccati al suolo ed a camminare. In sua assenza, come nelle navicelle spaziali, si rimarrebbe in sospensione. La forma della terra non è sferica, è ellittica e schiacciata sui poli. E da qui deriva la distribuzione ineguale della gravità, che dipende dalla densità della massa al di sotto della superficie terrestre.
la professoressa Gosh ha tentato delle simulazioni dai cui risultati è arrivata la conferma che la sua teoria era esatta. Proprio la massa minore delle rocce in quell’area dell’Oceano indiano ha consentito la formazione, milioni di anni fa, di un buco gravitazionale. La cui causa è la temperatura molto più alta del normale di queste formazioni rocciose, cosa che le rende più leggere. La studiosa sottolinea come in futuro questo potrebbe cambiare. I mutamenti di temperatura della terra potrebbero modificare questo fenomeno e forse anche generarlo in altri luoghi.
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