Se è vero che gli OGM non hanno più confini, dannosi o meno, sicuramente il caso della carne clonata e dei derivati è destinato a far discutere. Non parliamo di bestie riprodotte geneticamente per pura sperimentazione scientifica, parliamo proprio di animali destinati alla vendita per scopi alimentari. Se il futuro delle bistecche è OGM, i figli della scienza devono stare ben attenti: uno studio americano rivela che l’84% dei consumatori non comprerebbe mai al supermercato prodotti derivati da animali clonati.
Le sperimentazioni OGM hanno portato molti frutti utili e interessanti a scopi scientifici, però il margine di rischio c’è sempre. Soprattutto quando si oltrepassa la “soglia” dell’accettabilità. Chi di voi accetterebbe l’idea di mangiare della carne proveniente da mucche clonate? Penso quasi nessuno. La genuinità di un prodotto è rappresentato dalla natura, mentre la medicina scientifica per il momento evidenzia delle lacune e perplessità.
Molti esperimenti effettuati su animali clonati hanno rilevato che il benessere degli animali clonati è ben sotto le aspettative. Violando così la normativa europea che tutela i principi fondamentali degli animali tra cui la corretta funzionalità del sistema immunitario, i livelli di crescita e la fertilità del bestiame.
E poi non contiamo le ripercussioni che potrebbero venirsi a creare sull’uomo. Etica a parte, parliamo proprio di probabilità matematica di contrarre qualche problema di salute (tra cui, secondo le ultime polemiche, gli OGM causerebbero addirittura sterilità). Come se non avessimo già altri problemi legati alla contraffazione di etichette alimentari, al mercurio nel pesce, conservanti e diavolerie simili ancora poco conosciute. Non è meglio puntare al caro vecchio biologico?
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