Il primo pannello fotovoltaico galleggiante verrà sperimentato nei Paesi Bassi. Il progetto è in piedi dal 2019, ed ora il debutto
Orami è una ripetizione pleonastica. La necessità di avere una transizione energetica, e di passare all’energia pulita è diventata un’emergenza. La tecnologia, in collaborazione con le decisioni politiche, devono mettere il prima possibile in campo delle azioni concrete. Il problema è rappresentato dai tentativi vani, più inclini a risolvere il problema nel breve periodo che a risolverlo. Il rischio è di creare altri problemi a cascata, che a loro volta possono danneggiare l’ecosistema. Una delle questioni in sospeso è sul fotovoltaico.
Che senza dubbio è in grado di creare energia pulita. Purtroppo la nostra richiesta di energia richiede un impiego di impianti davvero incredibile. Ed allora si crea la questione dell’occupazione del suolo, in particolare del suolo agricolo, che sottrae in questo modo spazio alla coltivazione. E neanche i pannelli rialzati dal terreno aiutano più di tanto. Non schiacciano la terra, ma comunque creano ombra e modificano il ciclo naturale.
Il problema dell’occupazione eccessiva del suolo, per compiere una vera e propria transizione energetiche, ch sostituisca l’energia non rinnovabile con quella rinnovabile, potrebbe essere aiutato da una sperimentazione olandese. La società olandese Oceans of energy sta lavorando alla realizzazione di impianti fotovoltaici galleggianti. In questo modo, lo spazio occupato dal fotovoltaico sarebbe in mare, e non inficerebbe con la coltivazione. Il primo impianto verrà installato nel parco eolico offshore Hollandse Kust Noord.
Purtroppo anche questa soluzione, nonostante il suon di trombe con cui l’Olanda l’ha annunciata, può creare dei problemi. Tralasciando il primo impianto fotovoltaico, installato in fase sperimentale, che da solo può fornire energia davvero limitata, l’intenzione dovrebbe essere quella di produrre energia per soddisfare una buona percentuale di fabbisogno del Paese. Ed anche l’ecosistema marino potrebbe essere inficiato. I pesci potrebbero spaventarsi di questa grande installazione sul mare, ed anche gli uccelli migratori. Purtroppo siamo ancora piuttosto lontani dal trovare soluzioni definitive alla crisi energetica, che non sono rappresentate certo dal nucleare, in nessuna sua forma.
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