Come capire che il momento di gettare l’olio di oliva perché non più consumabile? Cosa controllare e perché
L’olio extravergine d’oliva è un prodotto simbolo della dieta mediterranea e del nostro Bel Paese. Si tratta del condimento più utilizzato in cucina perché quantomai saporito ma allo stesso tempo delicato, ottimo per esaltare i sapori di praticamente ogni piatto. In più si tratta di un alimento ricco di sostanze benefiche per l’organismo, ricordiamo tra gli altri i polifenoli e gli acidi grassi essenziali.
Perché l’olio di oliva possa mantenere a lungo le sue caratteristiche organolettiche ed esplicitare la sua azione positiva sull’organismo deve essere conservato correttamente nel tempo. L’olio infatti è uno dei prodotti che dura più lungo in dispensa ma questo non significa che non possieda una data di scadenza. Come fare a capire allora quando è il momento di gettarlo perché non più consumabile?
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L’olio di oliva è un alimento cardine nell’area mediterranea. Si tratta di un prodotto antichissimo e di pregio, derivante dalla spremitura dei frutti di Olea europea. Proprio per il suo grande valore economico, è uno dei prodotti più oggetto di sofisticazioni, in Italia come all’estero.
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L’olio di oliva, perché mostri appieno il suo potenziale, deve essere conservato nella maniera corretta al fine di conservare inalterati il suo sapore e i suoi nutrienti. Quanto tempo lo si può quindi conservare prima che irrancidisca e diventi inutilizzabile? È una domanda non scontata in quanto l’olio di oliva non presenta una data di scadenza tassativa. Si parla soltanto di un tempo minimo di conservazione solitamente fissato attorno ai 18 mesi dalla data d’imbottigliamento. Se utilizzato in questo periodo l’olio esprime al meglio le sue qualità organolettiche, a condizione che sia ben conservato.
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Se però l’olio è stato aperto, ed è quindi venuto a contatto con l’aria, la sua durata si riduce a 6 mesi circa. Ma come si fa a capire se l’olio in questione è ancora buono o è meglio non consumarlo perché irrancidito. Se all’aspetto l’olio presenta cambiamenti di colore o una strana patina probabilmente è da gettare via. Si può poi passare alla prova dell’odore: il rancido è facilmente riconoscibile ed è indice di un olio non più buono.
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