Quando si cucina è possibile che ci siano più che discrete quantità di olio che vengono utilizzate per esempio per friggere. Ma sai che quell’olio è un rifiuto speciale? E sai che quindi non dovresti liberartene come magari hai sempre fatto?
Quando si tratta di smaltire i rifiuti che vengono prodotti dalla vita di tutti i giorni è facile cadere in alcuni errori dovuti alla quotidianità. Per esempio pensare che un contenitore sia in carta quando magari invece, dato che si tratta di un materiale composito, andrebbe conferito nella plastica se non addirittura tra i rifiuti indifferenziati perché non può essere recuperato. Ma non ci sono solo i contenitori a creare problemi, oppure il sapere dove si butta la cenere del camino o ancora i mozziconi di sigaretta. Anche quello che viene utilizzato per cucinare può trasformarsi in un rifiuto molto pericoloso. E tra gli insospettabili c’è proprio l’olio da cucina. Ma perché non andrebbe mai rovesciato nel lavandino?
L’olio da cucina non si butta dove pensi
Hai fritto le patatine, oppure hai utilizzato dei sott’olii e ora ti trovi con dei barattoli pieni d’olio con cui non sai che fare. La prima soluzione che ti viene in mente è probabilmente quella di rovesciare tutto nel lavandino della cucina, tanto finisce nelle fogne dove viene depurata l’acqua. Ma non è proprio così.
Perché se è vero che l’acqua degli scarichi domestici viene depurata è anche vero che l’olio e l’acqua non vanno molto d’accordo e nel momento in cui rovesci dell’olio da cucina nelle tubature corri diversi rischi. Il primo è quello di intasare le tubature stesse. L’olio infatti ha una temperatura cui solidifica che non è lo zero dell’acqua e se la solidificazione avviene all’interno dei tubi si restringe lo spazio per il passaggio dell’acqua con conseguente panico, spese per l’idraulico oppure inutile utilizzo di prodotti troppo aggressivi.
Stesso discorso per lo scarico della lavastoviglie. Se non prendi la sana abitudine di togliere la maggior parte dell’olio e del grasso di cottura dalle pentole e dalle padelle con un po’ di carta rischi di dover ricomprare la lavastoviglie perché il tubo di scarico si ostruisce con l’olio che non scorre via. Ma dove va quindi conferito l’olio esausto di cucina?
Una buona soluzione è quella di metterlo da parte, utilizzando magari un fustino vuoto di plastica del detersivo per i piatti o per i panni e poi attendere il giorno in cui la raccolta differenziata del tuo comune consente di conferire questo rifiuto speciale. In alternativa, se non è prevista dal comune la raccolta differenziata dell’olio esausto porta a porta puoi sempre riempire il tuo contenitore e poi portarlo in un’isola ecologica dove verrà trattato a dovere.
Ma cosa si fa con l’olio esausto?
Conferire l’olio da cucina esausto presso un centro raccolta e avviarlo così nel lungo percorso destinato ai rifiuti significa non solo fare del bene alle tubature e al pianeta, perché l’olio disperso nell’ambiente è una delle sostanze più tossiche che possono esistere per gli organismi marini, ma significa anche dare un impulso positivo all’industria che per esempio si occupa di riciclare gli oli per creare biodiesel. In alternativa, se l’olio che hai utilizzato in cucina non è stato sottoposto ad altissime temperature ed è per esempio solo quello delle conserve sott’olio puoi utilizzarlo anche per fare il sapone in casa.