Eppure è un dato di fatto che molte biomolecole fisiologiche, come ad esempio i neuromodulatori o gli ormoni, interagiscono nell’organismo in concentrazioni low dose,simili a quelle omeopatiche. Spesso, chi si rivolge al veterinario omeopata- omotossicologo è chi, con o senza conoscenze in merito, è scoraggiato, deluso e insoddisfatto da quella medicina occidentale, che. nella sua continua rincorsa alla dimostrazione scientifica, perde di vista completamente il paziente, umano o animale che sia, le sue risposte soggettive, il suo rapporto con l’ambiente, il suo rapporto con il cibo.
L’omotossicologia: cos’è e quali sono i suoi principi?
L’ Omotossicologia o Omeopatia antiomotossica identifica nelle “omotossine” la causa delle malattie. Citando il padre della Omotossicologia, H.H. Reckeweg, “.. le malattie sono l’espressione della lotta che l’organismo compie contro le tossine, al fine di neutralizzarle ed espellerle..”, una lotta che l’organismo compie naturalmente per compensare i danni provocati dalle tossine. In poche parole, con i farmaci omotossicologici, rimedi omeopatici opportunamente diluiti, si stimola la capacità di autoguarigione del paziente a differenza dei farmaci di sintesi che, invece, tendono a a sopprimere i sintomi piuttosto che a curare. In una intervista pubblicata su Vetclick, la community veterinaria italiana, il Dott. Fabio Olivieri, Medico Veterinario esperto in Omotossicologia, afferma che “a differenza di quanto si crede, questi farmaci oltre a non avere generalmente controindicazioni ed effetti collaterali, possono essere impiegati contemporaneamente ai farmaci di sintesi, opportuni per la gestione della malattia da trattare, senza che gli uni interferiscano sugli altri”.
Swizz e il suo linfoma: una storia vera
La storia di Swizz ha dell’assurdo: inizia il 12 febbraio di quest’anno, quando durante un normale intervento di detartrasi, viene scoperto un tumore orale. Inizia il calvario, dovuto all’ attesa di un responso certo e alla superficialità con cui è stato trattato il caso: un primo esito, quasi 20 giorni dopo l’intervento, che riportava sarcoma dei tessuti molli o melanoma orale, un secondo esito, richiesto per approfondire le indagini, nettamente diverso dal primo che riportava linfoma epiteliotropo a cellule T, un terzo esito per confermare o l’uno o l’altro: è linfoma, un tumore chemioresistente! Swizz sarebbe rimasta in tutto questo tempo senza una cura, neanche ricostituente, se non fosse stato per la sua mamma umana, determinata quanto meno a garantirle la migliore qualità di vita. Informatasi sulle varie terapie, agli inizi di marzo, opta autonomamente per una dieta casalinga a cui aggiunge la crema Budwig, una crema fatta con formaggio cottage e olio di semi di lino, e vitamine. I risultati sono subito evidenti: dopo pochi giorni, la vitalità della cagnolina è alta, dopo 15 giorni la massa tumorale sul musetto sembra ridursi e il linfonodo, un tempo gonfio, diminuisce di volume. Agli inizi di aprile, Swizz ha un nuovo medico veterinario e inizia la cura omotossicologica per il linfoma. Dopo tre settimane di trattamento il tumore regredisce ulteriormente. “I risultati sono ottimi, la piccola risponde benissimo alla terapia” ha affermato la Dott. Francesca Baudissone, veterinario omotossicologo, che ora l’ha in cura. Swizz, oggi, è una cagnolina soprattutto felice.
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