Uno studio inglese ha identificato le zone più a rischio per gli effetti delle ondate di calore: vediamo quali sono e a cosa vanno incontro
Il riscaldamento globale, che sta interessando tutto il Pianeta, provoca notevoli e imprevedibili stravolgimenti atmosferici. Il climate change si realizza con violente precipitazioni in alcune aree, alternando la loro totale assenza e un caldo estremo in altre. L’impatto ambientale e socioeconomico non è trascurabile in regioni meno sviluppate e senza infrastrutture. Le ondate di caldo anomalo condizionano pesantemente alcuni paesi con più criticità, indifesi e molto vulnerabili.
Le conseguenze e gli effetti determinano una serie di impatti sul territorio a vari livelli, come lo scioglimento dei ghiacci e l’innalzamento del livello dei mari. In altre zone le scarse precipitazioni stanno mettendo in ginocchio intere aree a causa di siccità estreme che stanno compromettendo le riserve idriche, mettendo a rischio intere popolazioni. Il calore eccessivo in zone prive di strumenti e reti energetiche può rivelarsi pericoloso e letale.
Scienziati e studiosi stanno cercando di analizzare la situazione per coadiuvare e preparare strategie a contrasto. In particolare uno studio britannico, dell’Università di Bristol, avverte che la situazione relativa alle ondate di caldo anomalo, potrebbe mettere in particolare difficoltà alcune aree geografiche più di altre. Il motivo principale risiede nelle condizioni di partenza di alcuni paesi come l’Afganistan, la Papua Guinea e l’America centrale. Queste regioni evidenziano problematiche che le rendono più fragili ed esposte di altre, incapaci nella sostanza di reggere l’urto di forti ondate di calore.
I livelli di caldo record si registrano statisticamente in determinate aree geografiche che subiscono i maggiori disagi. Le temperature oltre la media sono sempre più frequenti e in queste località si abbinano in modo catastrofico con mancanze relative all’ambito socioeconomico. Dove si rilevano crescite demografiche rapide e senza controllo, accompagnate da criticità nei servizi sanitari ed energetici emergono condizioni di estrema vulnerabilità, con forti probabilità di mortalità e malattie.
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La mancanza di accesso alle cure mediche e alle fonti di energia sono i principali fattori di rischio e i governi devono prepararsi ad affrontare il peggio attivando politiche e piani d’azioni efficaci. Il rischio di mortalità a seguito delle temperature estreme e dei picchi di calore è elevato proprio in quei paesi meno sviluppati ed incapaci di gestire i cambiamenti climatici. Le ondate di calore si sono comunque rivelate imprevedibili e trasversali e si possono riversare anche in altre zone, dove prima risultavano improbabili.
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