Nella notte tra il 28 ed il 29 marzo tornerà anche quest’anno l’ora legale, che resterà in vigore fino all’ultima domenica di ottobre. Dormire un’ora in meno permette davvero un risparmio energetico?
La questione è annosa e viene dibattuta da anni tra coloro che sostengono la validità dell’intervento (deterrente per la criminalità, possibilità di lavorare più a lungo) ed i detrattori (effetti negativi, non ancora dimostrati, sull’agricoltura). Un recente studio americano sembrerebbe far cadere il mito del risparmio energetico, perché quell’ora in più di luce verrebbe erosa dal fatto di tenere accesi più a lungo i condizionatori in estate e gli impianti di riscaldamento in inverno. Lo stato dell’Indiana ha introdotto solo nel 2006 l’uso dell’ora legale. È stato quindi un ottimo osservatorio da tenere sotto controllo in tal senso. Alcuni ricercatori californiani hanno così scoperto che con l’ora legale le bollette dell’energia elettrica sono più costose. In Italia invece è stato stimato che il risparmio di energia elettrica si attesti su circa cento milioni di Euro all’anno.
Al di là di quelle che sono le tesi a favore e contro, in un’epoca in cui le lampadine a risparmio energetico sono sempre più diffuse – in un precedente articolo abbiamo detto che l’Europa metterà al bando le lampadine ad incandescenza a partire dal 2012 – il discorso illuminazione solare probabilmente non dovrebbe aver un peso così importante. Sarebbe forse più utile informare i consumatori sui propri stili di vita, dal tenere costantemente accese le luci all’uso dei condizionatori, per permettere una razionalizzazione degli sprechi energetici. Ciascuno di noi, nel proprio piccolo, può fare la differenza.
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