Anche gli esperti e l’opinione pubblica non sono d’accordo sulla questione, riguardo alla quale sono stati raccolti anche numerosi dati scientifici. E’ certo comunque che la stessa alternanza fra ora solare ed ora legale non ha risvolti positivi sulla vita rurale, difficilmente adattabile ad una “forzatura astronomica” applicata a cicli biologici che sono sempre gli stessi sia per i terreni che per la vita degli animali domestici.
Un articolo pubblicato dalla rivista americana “National Geographic” ha riportato le conclusioni di alcuni esperti dell’Università di Washington. Questi ultimi sostengono che il recupero di un’ora di luce non serve in pratica a nulla, perché si ha una sorta di fenomeno di compensazione che vanifica il tutto.
Non bisogna infatti dimenticare che durante le prime ore del mattino si registra un consumo energetico maggiore, in quanto non si riesce ad usufruire di un’illuminazione naturale efficiente.
Il Dipartimento di Energia degli Stati Uniti, nella persona di Jeff Dowd, ha portato avanti un’analisi sull’argomento, giungendo a conclusioni opposte. Sono state prese in considerazione 67 aziende, osservate per 4 settimane: si è riscontrato un risparmio dello 0,5% di energia ogni giorno a livello nazionale. Il risparmio complessivo, secondo i dati emersi, sarebbe stato pari a 1.300 di watt/ora.
Fondamentalmente quindi non si possono avere conclusioni certe, perché anche i dati messi in evidenza affermano tutto e il contrario di tutto. E’ logico comunque che il risparmio energetico rappresenta un fattore da non sottovalutare, ricordandoci come i nostri consumi incidono in maniera determinante sul rispetto dell’ambiente.
Foto di giovanni_novara
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