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Orca Awareness Project è il nome di un progetto, che ha come obiettivo l’adoperarsi, perché le orche siano libere. Coloro che si battono per il raggiungimento di questo scopo stanno sostenendo una vera e propria campagna a favore dei grandi mammiferi marini, in maniera che essi abbiano la possibilità di sperimentare la libertà e di non essere tenuti in cattività. Della campagna portata avanti fa parte anche un video molto significativo, che mostra una bambina che, vedendo un’orca, ha pietà di essa e si accorge di quanto soffra nel dover restare chiusa all’interno di un gigantesco acquario.
La bambina del video animato si mostra molto tenera nei confronti dell’animale e riesce ad esprimere in modo notevole l’atteggiamento che dovremmo avere nei confronti di questi animali. Essi non possono essere rinchiusi soltanto per obbedire ai capricci tipicamente umani, ma devono essere lasciati liberi nel loro ambiente naturale. Quest’ultimo è costituito da tutti gli oceani, dalle acque che si trovano nelle regioni artiche e antartiche, fino ai mari tropicali. Gli esperti considerano alcune popolazioni locali di orche minacciate o in pericolo a causa della distruzione dei loro habitat, a causa dell’inquinamento o della cattura, per poi essere utilizzate in parchi marini. E’ importante che le orche rimangano in libertà, perché anch’esse contribuiscono a costituire quell’equilibrio importante, sul quale si base l’ecosistema marino.
E poi è una questione di rispetto nei confronti di questi esseri viventi. Che diritto ha l’uomo di privare della libertà un altro essere vivente? Rinchiudendo le orche all’interno dei parchi marini, impediamo ad esse di mettere in atto quei comportamenti che sarebbero naturali. In primo luogo, nel suo ambiente naturale, l’orca vive in gruppi composti da una femmina, dai suoi piccoli, dalle femmine più anziane e da un maschio adulto. Tutti i componenti di questa “famiglia” comunicano tra loro attraverso suoni differenti. Privando le orche della loro libertà, finiamo con l’impedire anche questa vita di gruppo che normalmente troviamo in natura. Risulta chiaro, quindi, come andiamo a turbare profondamente gli equilibri naturali e come prima o poi tutto ciò si possa rivoltare contro noi stessi uomini, che ci crediamo dominatori del pianeta. Un tema su cui sicuramente bisogna riflettere.
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