Sai qual è la creatura più grande al mondo? Non è un cetaceo, non è una sequoia, ma è un fungo che pesa più di 200 balene messe insieme!
Quando si pensa a creature mastodontiche, la prima cosa che viene in mente è un mammifero, un cetaceo, non si penserebbe mai ad un fungo com’è invece stato attestato da recenti ricerche. Sembrerebbe che un esemplare rintracciato nella foresta di Malheur, nell’Oregon, pesi tra le 6000 e 8000 tonnellate.
Ma com’è possibile che un fungo abbia queste dimensioni spropositate? Ce lo spiega la scienza: quando pensiamo al fungo, abbiamo vivida l’immagine del prodotto delle sue spore, ovvero quella “cupola” che sbuca fuori dal terreno e che stagionalmente si raccoglie (e si mangia!). Parliamo infatti della stessa famiglia dei porcini o dei chiodini, commestibili. Invece, anche le radici sotto terra fanno parte del fungo e sono proprio queste ad avere un’estensione considerevole.
Esistono tantissime varietà di funghi, ma qui si tratta di miceti classici come i porcini. Quando si pensa ai funghi, si pensa a qualcosa che si raccoglie nel bosco dal terreno, ma in realtà questa è solo la parte riproduttiva diffusa dalle spore. Infatti il fungo è composto da una parte esterna e da tante radici sottostanti al terreno che si diffondono in maniera spropositata.
Sotto il terreno si estende la parte vegetativa del fungo chiamata micelio, composto da ife: delle strutture filamentose tramite le quali il fungo può crescere per colonizzare nuovi ambienti e strati e dai quali assorbe i nutrienti essenziali.
Nel 1998 dei ricercatori del servizio forestale cercarono la causa della morte di più di 100 esemplari di alberi in una foresta dell’Oregon. Dopo svariate ricerche scoprirono che il responsabile era un fungo, appartenente alla specie Armillaria Ostoyae, della stessa famiglia dei chiodini.
Ulteriori analisi e test del DNA suggerirono che il fungo aveva un’estensione di 10 km2 che equivalgono a 1500 campi da calcio. Impressionante anche l’età del fungo che si diffonde ad una velocità di 30-50 cm all’anno. Si è potuto stimare dunque il periodo di vita del fungo, dai 2000 agli 8000 anni fa.
In realtà, ciò che sbuca dal terreno è solo il corpoforo: ovvero la parte riproduttiva ed esterna del fungo. Ciò che non riusciamo a vedere sottoterra è l’estensione che alcuni esemplari possono avere, ovvero il micelio: la parte filamentosa del fungo simile alle radici di una pianta. L’Armillaria ostoyae, incriminata di aver ucciso oltre 100 alberi, è effettivamente una specie fungina parassita che si è diffusa specialmente in Nord America.
L’estensione dei suoi filamenti è tale da arrivare a penetrare nelle radici degli alberi, compromettendo la crescita degli organismi vegetali che coesistono nel suo stesso habitat. Il loro nutrimento deriva da residui di legno che tendono ad infestare attaccandovisi sopra. Il legno prediletto da questa famiglia di funghi è senz’altro quello di conifere.
La versatilità e la capacità di adattamento di questa famiglia lo rende adatto alla crescita in qualsiasi tipo di habitat e cambiamento climatico. La specie infestante rappresenta quindi una minaccia per l’ecosistema in cui si viene a trovare, mettendo a repentaglio ettari ed ettari di foreste di conifere.
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