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Sulla vicenda dell’orsa Daniza le ultime notizie riguardano soprattutto gli appelli degli animalisti, i quali hanno voluto far sentire la loro voce dopo la triste conclusione del fatto con la morte dell’animale. In particolare l’Enpa, Ente Nazionale Protezione Animali, ha definito tutto ciò che è accaduto un vero animalicidio e chiede le dimissioni del ministro dell’Ambiente Galletti. Il presidente nazionale dell’Enpa, Carla Rocchi, preannuncia delle iniziative legali. Reazioni anche da parte di Legambiente, che ha insistito sull’incapacità delle autorità della provincia di Trento di trovare una soluzione che poteva optare per un lieto fine. Secondo Vittorio Cogliati Dezza, la provincia di Trento non ha coinvolto le istituzioni competenti.
Il WWF parla di cattura inopportuna e chiede che emerga in maniera veloce la verità su quanto accaduto, anche attraverso i risultati dell’autopsia. Secondo il WWF, non sussistevano le condizioni per catturare l’esemplare di orso, visto che non si poteva ritenere pericoloso e visto che si trovava già spossato, perché stava allevando due cuccioli. La Lav chiede che i responsabili paghino e fa presente come il reato d’uccisione di animali preveda fino a 2 anni di reclusione. La Lipu chiede che si faccia chiarezza su questo caso, aprendo anche un’inchiesta penale, in modo che possano essere accertate tutte le responsabilità. L’Aidaa, Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente, è sulla stessa lunghezza d’onda. Inoltre ha chiesto che possa essere presente all’autopsia dell’animale un proprio esperto o che, in alternativa, gli accertamenti siano eseguiti alla presenza di un veterinario indicato dalle associazioni animaliste.
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La vicenda
L’orsa è stata uccisa in seguito alla narcosi, che le è stata praticata, per poi essere catturata. Sulla sua testa pendeva un ordine di cattura, che è stato messo in atto, ma qualcosa evidentemente non è andato per il verso giusto e l’animale non è riuscito a sopravvivere al sonnifero, che le è stato iniettato. La vicenda dell’orsa Daniza ha colpito molte persone e, proprio in suo favore, c’è stata una grande mobilitazione, soprattutto sul web. La sua vicenda è iniziata quando l’orsa è stata trasferita nel 2000 dalla Slovenia nei boschi del Trentino.
L’animale faceva parte di un progetto di tutela europea per la salvaguardia di questa specie. Il giorno di Ferragosto di quest’anno era accaduto un incidente: Daniza aveva ferito un cacciatore di funghi. Molto probabilmente l’animale si era sentito minacciato, perché forse incautamente l’uomo aveva violato il suo spazio vitale. L’orsa in quel momento stava difendendo i suoi cuccioli. In realtà si è detto di tutto su questo animale, perché è stato spiegato che esso sarebbe stato protagonista di altre aggressioni e di danni arrecati alle case. Gli esperti hanno spiegato che, quando gli animali si sentono minacciati, la loro risposta, specialmente quella di una madre, si tramuta spesso in un’aggressione. Tuttavia sembra che la stessa Daniza non avesse intenzione di uccidere l’uomo, ma soltanto di spaventarlo, altrimenti non avrebbe esitato a farlo.
Nonostante sia difficile la convivenza tra gli uomini e gli animali come gli orsi, si sarebbe dovuto mostrare più rispetto nei confronti di Daniza. Lo hanno sostenuto moltissime persone, che su Twitter hanno lanciato l’hashtag #iostocondaniza. Il mondo del web ha rivolto molti appelli alle autorità, affinché si rinunciasse al proposito della cattura. Tutto ciò era motivato da una ragione fondamentale: con la cattura di Daniza i suoi cuccioli sarebbero stati a rischio e non è detto che si sarebbe garantita la loro sopravvivenza. Così adesso succederà, perché con la morte della mamma i piccoli orsi resteranno indifesi. Sembra anche che uno dei cuccioli sia stato catturato con lo stesso metodo della narcosi e che il proposito sarebbe stato quello di rimetterlo in libertà in un’altra zona. Ci si chiede quali possibilità adesso abbiano questi due piccolini di riuscire a cavarsela senza la protezione e il sostegno di mamma orsa.
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