Il destino dell’orsa F36 è segnato, dopo la recente aggressione a due cacciatori ed il precedente letale di un’altra sua simile ad aprile. Ma il suo cucciolo adesso?
L’orsa F36, che alla fine di luglio si è resa responsabile della aggressione a due cacciatori, è sul punto di essere messa a morte. La decisione sarà da imputare alla Provincia Autonoma di Trento, nel caso in cui dovesse giungere un apposito via libera da parte dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. La scelta ovviamente è pronta a scatenare le proteste delle varie associazioni animaliste. Nel corso degli ultimi anni ci sono stati diversi episodi di attacchi da parte di orsi selvatici presenti nel territorio del Trentino ai danni degli umani.
Nel caso dell’orsa F36 si era trattato della prima volta in cui la stessa aveva finito con il potere attentare alla vita delle persone. Dopo vari monitoraggi avvenuti nel corso della sua vita mai prima d’ora erano emerse situazioni di rischio. Ma il 30 luglio 2023, a quanto pare per proteggere il suo cucciolo, il grosso mammifero ha mostrato un comportamento ostile al solo scopo difensivo. Prerogativa che interessa tutti gli animali presenti in natura, dalle api fino ai più grandi predatori. Quando c’è una situazione di potenziale rischio la migliore difesa sono l’attacco e l’istinto.
Orsa F36, che cosa succederà al suo piccolo
E l’orsa F36 evidentemente non ha fatto eccezione. In particolar modo in una situazione per lei insolita, che riguarda l’incontro ravvicinato con l’uomo. La vicenda è avvenuta nei boschi di Roncone, in provincia di Trento. A seguito di questo episodio la Provincia Autonoma di Trento sarebbe quindi pronta a procedere con il più drastico degli interventi. Che prevede per l’appunto l’eliminazione fisica dell’animale coinvolto. Con tutta probabilità a sfavore del plantigrado giocano anche altri precedenti altrettanto gravi. Su tutti quello della uccisione del runner Andrea Papi avvenuta ad inizio aprile nei boschi di Caldes. Per cercare di limitare altre situazioni analoghe in futuro non basta evidentemente per la PA di Trento invitare le persone a tenere un comportamento più prudente.
Certo è che non bisognerebbe dimenticare che gli orsi seguono il loro istinto e che le coltivazioni e gli allevamenti ne hanno fortemente ridotto le zone abitate. Ad ogni modo gli amministratori locali stanno prendendo con grande importanza la cosa, al punto da valutare la introduzione di nuove leggi urgenti per situazioni che riguardano esemplari di orsi definiti problematici. In caso di abbattimento dell’orsa F36 il suo cucciolo verrebbe preso in cura da una organizzazione animalista predisposta ad accudire animali selvatici, orsi in particolare. Ma si renderà necessario prima rintracciarlo, e non sempre potrebbe capitare di trovare mamma e figlio insieme.
Perché può capitare di incontrare un orso
I fattori che possono portare ad un incontro tanto casuale quanto potenzialmente pericoloso con un orso sono tanti. Tra questi il controllo non sufficiente di questi animali, ma come detto anche gli atteggiamenti non poche volte incauti tenuti da parte delle persone. Tra le misure prese in considerazione si starebbe pensando di dotare i cittadini di uno spray anti-orso, cosa che in un primo momento dovrebbe riguardare il solo Corpo forestale trentino. Ma comunque sarebbe importante anche procedere con una campagna di informazione per avvertire residenti e turisti di quali possono essere le possibili situazioni di pericolo. E quali sono i comportamenti più adeguati da tenere per non trovarsi davanti ad un animale spaventoso.