Il turista francese, aggredito circa due settimane fa in Trentino dall’orsa KJ1, ha rilasciato un’intervista dicendosi addolorato per l’abbattimento dell’esemplare.
Due giorni fa, è stato eseguito il decreto per l’abbattimento dell’orsa KJ1 in Trentino. L’esemplare era stato classificato come ad “alto rischio” e ritenuto responsabile di almeno sette interazioni con l’uomo, l’ultima quella dello scorso 16 luglio quando aveva aggredito un turista francese.
Proprio quest’ultimo, nel corso di un’intervista, si è detto addolorato affermando di sentirsi in colpa per l’abbattimento del plantigrado avvenuto a due settimane dall’aggressione. Il 43enne, nei giorni scorsi, è stato dimesso dall’ospedale, in cui era stato trasportato dopo l’accaduto, ed ha fatto rientro in Francia seguendo da qui gli aggiornamenti sul caso.
Vivien Triffaux, il turista francese di 43 anni aggredito nei giorni scorsi dall’orsa KJ1 a Naroncolo, nel comune di Dro (Trento), ha rilasciato un’intervista a T Quotidiano parlando di quanto accaduto e dell’abbattimento del plantigrado, eseguito due giorni fa in Trentino, dopo il provvedimento firmato dal presidente della Provincia Maurizio Fugatti.
Il turista si è detto molto addolorato per l’uccisione dell’orsa spiegando di sentirsi in colpa: “Lei voleva solo proteggere i suoi cuccioli”. Il 43enne, dimesso dall’ospedale di Trento, dove era stato portato in seguito all’aggressione, è rientrato in Francia e da qui ha seguito tutti gli aggiornamenti sulla vicenda, compreso l’abbattimento dell’orsa. “Mi spiace – ha aggiunto- che sia finita così”.
Vivien ha poi dichiarato di aver sperato in una soluzione che avrebbe garantito la sicurezza delle persone, senza mettere a rischio la preservazione della biodiversità, dato che ha molto a cuore la tutela della natura. Per quanto riguarda il dibattito accesosi sulla situazione, è del parere che tutto ciò dovrebbe avvenire in un clima più sereno e disteso in modo da trovare soluzioni per la coesistenza tra uomo e animali puntando anche su campagne di informazione volte a far conoscere quali comportamenti adottare in caso di incontri con specie simili, nonostante non sia facile mantenere il controllo in certe situazioni.
Il 43enne ha poi rassicurato ammettendo di sentirsi sempre meglio, anche se quanto accaduto lo ha segnato fisicamente e mentalmente. “Spero – ha proseguito- di poter rientrare al lavoro già la settimana prossima”. Vivien è uno psichiatra presso un ospedale ed è stato proprio il suo lavoro ad averlo aiutato nel comprendere i meccanismi del trauma subito, anche se, ha ammesso, viverlo in prima persona è certamente diverso.
Infine, Triffaux ha concluso raccontando di essere riuscito a tornare nei boschi dopo l’aggressione dello scorso 16 luglio, una passeggiata che lo ha fatto star bene, nonostante abbia ancora paura di potersi ritrovare di fronte ad un animale selvatico.
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