L’orso polare oggi è in grave pericolo. Con esattezza stimare la serietà della situazione risulta complesso, in quanto questi animali vivono in condizioni climatiche difficili da gestire per l’uomo, in zone disabitate e quasi impossibili da raggiungere. Questo animale è tra i più grandi carnivori del Pianeta e ce ne sono circa 26.000, che vengono divisi in 19 sottopopolazioni. Abitanti delle regioni artiche, il loro corpo è ricoperto da grasso, uno strato di circa 11 cm che protegge dal freddo. Questo è davvero importante soprattutto quando sono immersi in acqua.
Restano in acqua per molto tempo, circa per 2 minuti, potendosi muovere per grandi distanze, raggiungendo a nuoto la velocità di 10 km/h. Per la loro caccia, elemento fondamentale è il ghiaccio marino, se questo scarseggia con lui diminuirà anche la capacità di trovare cibo facilmente. Uno studio però, ha portato alla luce nuove informazioni che potrebbero far sperare in un “miglioramento” della loro situazione.
Groenlandia, ecco come gli orsi polari sopravvivono senza il ghiaccio marino
L’orso polare si nutre di foche, balene beluga, giovani tricheco, piccoli mammiferi, narvali, uccelli marini e pesci. Elemento fondamentale per la caccia il ghiaccio marino, se questo scarseggia la loro possibilità di cercare cibo è in pericolo. Per colpa della crisi climatica, con il conseguente aumento delle temperature, ha provocato la diminuzione di ghiaccio marino nell’Artico. Nel corso del tempo, molti gli orsi polari avvistati visibilmente dimagrati, in difficoltà e allo stremo delle forze a causa del poco cibo.
Uno studio però che vede la sua origine 7 anni fa, portato avanti da più team di ricerca, ha identificato alcuni orsi polari che riescono a procacciarsi del cibo anche senza la presenza di ghiaccio marino. Grazie a sistemi GPS con i quali venivano tracciati gli animali, elicotteri per la ricognizione, presenza sul posto di ricercatori, raccolta di campioni biologici e l’aiuto della popolazione locale si può sperare per un futuro non troppo catastrofico per questa specie.
Quest'”anomalia” presentata da questi orsi che abitano la Groenlandia sudorientale, fa identificare questi orsi polari come una nuova sottopopolazione che potrebbe essere aggiunta alle 19 oggi conosciute. Ovviamente questo inserimento, se mai avverrà avrà bisogno prima dell’approvazione di tutta l’Unione internazionale per la conservazione della natura.
Quindi sembrerebbe che questa popolazione di orsi si sia adattata alla nuova situazione imparando ad utilizzare il ghiaccio di acqua dolce. Eventualità che si credeva non possibile. L’importanza della scoperta sta nel fatto che si possa sperare nell’adattamento della specie alle nuove e future condizioni del territorio, senza rischiare la loro estinzione.
Alcuni dubbi però ci sono e nascono dalla genetica riscontrata di questa particolare specie, differente a quella degli altri orsi polari. Questo porta ad una domanda: nonostante la genetica, anche gli altri animali della stessa specie potrebbero adattarsi modificando il proprio comportamento? Altra problematica anche riscontrata, è la poca presenza di ghiaccio di acqua dolce nell’Artico, perciò sarebbe solo una piccola percentuale a poterne usufruire.
Quindi si dovranno studiare ancora accuratamente molti dettagli prima di tirare un sospiro di sollievo per questi animali. La crisi climatica comunque resta e non sono gli animali a doversi adattare ad un danno causato dall’uomo, ma toccherebbe a quest’ultimo tentare in tutti i modi possibili di risolvere la situazione per evitare ancora ulteriori problematiche, che prima o poi saranno sempre più irreparabili.