Avete mai sentito parlare della pianta dei suicidi? Si tratta di una pianta che può rivelarsi molto pericolosa. Andiamo a scoprire perchè e quali sono i sintomi di quando si va a contatto con la pianta.
La natura spesso è bella e interessante ma nasconde anche particolari insidie. Come nel caso delle ortiche giganti velenose che, a prima vista, potrebbero sembrare innocue per le grandi foglie a forma di cuore, ma che in realtà hanno anche delle ombre. Infatti queste ortiche, che prendono il nome scientifico di Dendrocnide moroides, possono creare non pochi problemi ad animali e anche all’uomo.
Anche se ben nascosti, vicino alle foglie si trovano degli aculei molto piccoli e, quindi, che si nascondono abbastanza facilmente. Al loro interno c’è una neurotossina che può arrivare fino al nostro corpo attraver il solo sfregamento dell pelle. Questa neurotossina, che prende il nome di gimpietide, si riesce a legare alle cellule, quelle responsabili dell’invio di segnali di percezione del dolore al cervello, mandandole in tilt.
Di conseguenza, può accadere che, pur non essendoci un vero e proprio danno, le cellule incominciano ad inviare indistintamente segnali di fastidio, provocando il dolore stesso. Non è mortale né per gli esseri umani né per gli animali, ma tuttavia può orivicare molti disturbi.
Questa pianta viene chiamata anche albero del suicidio perché può raggiungere delle altezze che vanno da uno a tre metri, sviluppandosi principalmente nei territori australiani oppure in Indonesia. Proprio per questo motivo, vittime comuni sono soprattutto i turisti che, attratti dalla particolarità della forma delle sue foglie, rischiano di farne le spese. Ma ci sono delle parti di questa pianta che non sono velenose? La risposta nel parafrafo seguente!
La pianta non è del tutto velenosa. Ci sono anche parti (come per esempio i suoi frutti) che sono addirittura commestibili e non danno problemi se prima vengono, con le dovute precauzioni, tolti gli aculei. L’effetto più fastidioso che dà questa pianta è che il dolore si protrae anche per qualche giorno. Se dopo l’esposizione alla pianta si ha un brusco cambio di temperatura, poi, si si può protrarre anche per alcuni mesi oppure ritornare.
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