Orto, tutte le classificazioni dei terreni: differenze e qualità

Se si ha intenzione di coltivare l’orto, è bene prima di tutto conoscere i vari tipi di terreni: capire dove si inizia a piantare rappresenta un punto di forza. Porta a sfruttare al meglio le risorse disponibili e a capire come compensare le eventuali carenze con lavorazioni e concimazioni

terreni orto differenze qualità
(Pixabay)

Esistono diversi parametri in base al quale si può classificare un terreno agricolo. Acido o basico, argilloso, limoso o sabbioso, le caratteristiche possono essere innumerevoli e conoscerle è fondamentale per una buona riuscita dell’orto: individuare anche solo i principali tipi di terreni porta a saperli lavorare in modo migliore.

Le piante dell’orto tendono comunque ad adattarsi a quasi ogni tipo di terreno, tuttavia quando trovano l’ambiente ideale offrono dei raccolti migliori sia in fatto di qualità che di quantità. In aggiunta, rendersi più “esperti” in materia è utile anche per gestire meglio la terra, aiutando le piante a prevenire malattie e muffe.

Orto, se vuoi coltivare devi conoscere i principali tipi di terreni

terreni orto differenze qualità
(Pixabay)

Tra le caratteristiche principali da conoscere c’è la tessitura del suolo: è un parametro fisico che fa riferimento alla dimensione media delle particelle che compongono la terra. Possono essere di grana grossa o grana fine: questo farà la differenza nella lavorazione per via della diversa capacità di trattenere l’acqua e i nutrienti, la tendenza a compattarsi o meno. Sulla base di queste macrodifferenze, riconosciamo quattro tipologie principali di terreno:

  • Argilloso, con una grana fine
  • Limoso, con grana media
  • Sabbioso, con grana grossa
  • Franco che prevede la presenza di particelle di grana diverse, senza un tipo che prevale sulle altre

Ovviamente, nessun terreno è uniforme. La tessitura si basa sulla dimensione media delle particelle. E’ quindi possibile, ad esempio, che un terreno argilloso lo sia solo leggermente e più tendente al limoso.
Oltre alla tessitura, il terreno può essere classificato in altri modi:

  • Sassoso, per via della forte presenza di pietre
  • Ghiaioso, con sassi di dimensioni modeste
  • Torboso, composto in parte da torba
  • Calcareo, composto per il 20% da calcio

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Un’altra possibile classificazione è basata sul valore del pH del suolo: acido per pH basso, neutro o alcalino se il pH è alto. Se l’orto coltivato è familiare e trattato per lo più come hobby, non sono necessarie tutte queste analisi e valutazioni. Far analizzare la terra comporta una spesa non indifferente: dai 50 ai 300 euro in base alla profondità. Qualora le coltivazioni non fossero destinate a reddito, l’importante è farsi un’idea sulle caratteristiche del terreno in modo autonomo. Un suolo sassoso o ghiaioso è facile da riconoscere, mentre un terreno torboso risulta scuro in superficie, grumoso e soffice al tatto.

Una prima valutazione può essere fatta stringendo un pugno di terra in mano: se si compatta e poi si disgrega, il terreno è argilloso, se non si forma il blocco allora il terreno è sabbioso. Anche lasciar riposare per un giorno la terra in un bicchiere suggerisce la sua tessitura: se si formano diversi strati, si può distinguere un terreno maggiormente argilloso da uno più sabbioso.

Terreno sabbioso

In questo caso, la sabbia è la componente principale del terreno. E’ sciolto e generalmente povero di nutrienti e scarso nel trattenere l’acqua. E’ facile da lavorare perché non si compatta ma richiede un’irrigazione frequente e un’importante letamazione. Se piove, drena molto bene l’acqua in eccesso, asciuga velocemente. D’altra parte, si secca con altrettanta velocità e si impoverisce di elementi nutritivi. E’ ottimo per gli ortaggi a radice quali carote e rapanelli.

Limoso

Si tratta di particelle di media dimensione: è dunque una via di mezzo tra il terreno sabbioso e quello argilloso. Trattiene meglio l’umidità e il nutrimento ma si compatta facilmente, sopratutto in superficie: la crosta asfittica è negativa per le piante dell’orto, va prevenuta con frequenti sarchiature.

Franco

Le particelle hanno una dimensione molto varia. C’è ugual presenza di argilla, limo e sabbia. Il terreno franco tende a compattarsi pur essendo facile da lavorare. Si tratta di un buon compromesso tra i pregi e difetti degli estremi.

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Sassoso

E’ facile da riconoscere per la forte presenza di pietre e ghiaia: aiutano il suolo ad arearsi ma, com’è facile immaginare, rendono più difficile la coltivazione. Chi sceglie di coltivare un terreno sassoso deve ripulirlo frequentemente per migliorarlo di anno in anno e asportare le pietre più grandi prima di procedere con l’orto.

Torboso

Soffice al tatto e riconoscibile in quanto molto scuro. Trattiene tanta umidità ed è di norma acido: ideale per coltivare frutti di bosco.

Calcareo

La terra è molto chiara e si compatta con la pioggia. E’ un terreno basico per la forte presenza di carbonato di calcio: questo crea problemi per molte colture che preferiscono un pH neutro o leggermente acido.