PAC, gli agricoltori sono in crisi e loro più degli altri

Le associazioni lanciano un allarme, ecco quali sono le modifiche della PAC che danneggerebbero diverse categorie, in particolare quelle impiegate nella lotta all’inquinamento.

La PAC danneggia gli agricoltori
L’allarme delle associazioni- (Ecoo.it)

La nuova politica agricola comune, conosciuta anche PAC dell’Unione Europea, danneggerebbe diverse categorie, tra cui gli agricoltori più virtuosi. A lanciare l’allarme sono state le associazioni di categoria, il regolamento UE, del 14 maggio, ha modificato la politica agricola comune che era entrata in vigore a gennaio 2023. Inoltre con il decreto ministeriale del 28 giugno sono state inoltrate le novità al Ministero delle politiche agricole, forestali e alimentari. Non tutti però la penserebbero allo stesso modo, sarebbero 12 infatti le associazioni che hanno scritto una lettera al Ministero riportando che alcuni agricoltori rischiano di essere fortemente danneggiati, vediamo perché.

Allarme agricoltori, perché sono a rischio

La lettera al Ministero
Agricoltori in crisi- (Ecoo.it)

A quanto pare le nuove regole prevedono meno paletti, nonostante siano stati inaspriti i controlli sugli agricoltori che ricevono il bonus agricoltura PAC. Le associazioni interessate sarebbero diverse tra cui, essere animaliGreenpeace Italia, Legambiente, Pro natura, WWF Italia e altre. Le modifiche che sono state apportate, secondo le associazioni, sarebbero dettate da una sorta di opportunismo legato alle elezioni europee.

Una delle problematiche principali, riguarderebbe gli obiettivi, ovvero quelli legati alla biodiversità, alla tutela dell’ambiente e del clima, che sarebbero stati posti in secondo piano. La PAC prevede contributi sostanziosi e cumulabili destinati agli agricoltori, tuttavia per poter ricevere questi aiuti, è necessario seguire un rigido disciplinare che permette di realizzare gli obiettivi previsti dalla politica agricola comune. All’inizio infatti l’eco schema prevedeva prima di tutto la salvaguardia della biodiversità attraverso la diffusione di colture di interesse apistico, oltre ad un uso sostenibile ridotto degli agro farmaci.

PAC, l’allarme lanciato dalle associazioni, che cosa sta succedendo

Le nuove regole sarebbero determinati dal superamento del principio di rotazione nelle colture, che è il fattore che permette un recupero della fertilità del suolo attraverso il principio della diversificazione delle colture, che consente uno sfruttamento del terreno più intenso. Un’altra controversia riguarderebbe il pagamento complessivo per le aree dedicate, la superficie massima sarebbe pari al 4%.

Le associazioni però, sottolineano che questa politica andrebbe a penalizzare i più virtuosi per il fatto che se un agricoltore vuole investire una percentuale maggiore della sua superficie per la creazione ad esempio di siepi, boschetti, eccetera, in modo tale da far riposare il suolo e favorirne la fertilità, riceverà solo un pagamento su una parte della superficie. Con le nuove norme inoltre, si punta ad eliminare l’obbligo del 4% di aree naturali.

Viene introdotto invece il principio di volontarietà per gli agricoltori, mantenendo però comunque la dotazione finanziaria, dunque sembrerebbe un disincentivo per l’impegno degli stessi agricoltori. Secondo la lettera inoltrata dalle associazioni al Ministero, si dovrebbe inserire un nuovo eco schema dedicato ai pagamenti per le aree agricole, restituite alla natura fino al 10%, dei terreni, rispettando così la coerenza con l’obiettivo inizialmente perseguito entro il 2030.

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