L’uso indiscriminato di risorse è una delle cause principali del surriscaldamento globale, anche per quanto riguarda i packaging alimentari.
Quante volte ci capita di andare al supermercato e notare un enorme spreco di risorse nelle confezioni degli alimenti? Dagli involucri in plastica alle confezioni monodose, i packaging alimentari costituiscono una fetta consistente dei rifiuti che produciamo quotidianamente. La maggior parte dei contenitori che troviamo al supermercato, inoltre, potrebbe essere riutilizzata. Eppure è ormai divenuto un gesto automatico mettere a posto quanto acquistato e gettare le confezioni degli alimenti.
Stando a numerosi studi pubblicati, la maggior parte dei rifiuti plastici che produciamo proviene da confezioni alimentari. Molti di questi scarti vengono trasportati dai fiumi nei mari, per poi essere ingeriti dalle specie ittiche e tornare sulle nostre tavole sotto forma di residui. Ma allora come va affrontato questo problema? Secondo quanto riportato nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, i packaging alimentari vanno ripensati secondo un’ottica ecologica.
Ciò non vuol dire eliminarli totalmente: in molti casi, infatti, le confezioni alimentari prevengono il deperimento del cibo o permettono lo smercio di risorse (in primis l’acqua potabile) anche in luoghi ove non sarebbe possibile fare altrimenti che così. Basti pensare che nel mondo, secondo quanto riportato nel rapporto sull’acqua dell’ONU, sono più di 2 miliardi le persone che non hanno accesso a fonti domestiche di acqua potabile.
La speranza è dunque quella di imparare ad approcciare il tema delle confezioni con l’obiettivo di ottimizzare i materiali e i processi di confezionamento. Un esempio concreto in tema di confezioni alimentari sostenibili è il tetrapak. Nonostante esso sia un cosiddetto multimateriale (è composto da carta, alluminio e polimeri), il suo riciclo è oggi ampiamente diffuso in tutti i comuni della nostra nazione.
In particolare queste confezioni sono progettate appositamente per essere riciclate. A fornire informazioni chiare al riguardo è stata Sara De Simoni, managing director di Tetra Pak Packaging Solutions. L’azienda punta oggi a sostituire le componenti in alluminio e quelle in polimeri con “una barriera a base di fibre che potrà ridurre ulteriormente le emissioni di anidride carbonica“, ha affermato la direttrice.
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