Chiara Ferragni ha ricevuto il decreto di citazione diretta a giudizio, con l’accusa di truffa aggravata: la conferma è appena arrivata.
Si terrà un processo per l’inchiesta sul cosiddetto “Pandoro gate”, scaturita dalle presunte operazioni di pubblicità ingannevole legate a due prodotti: il pandoro “Pink Christmas” di Balocco e le uova di Pasqua “Dolci Preziosi”. Sul banco degli imputati, ci sarà Chiara Ferragni che ha ricevuto poco fa il decreto di citazione diretta a giudizio, con l’accusa di truffa aggravata.
Dopo la decisione della Procura di Milano, che nel mese di ottobre aveva concluso la sua attività investigativa, imputando a Ferragni e ad altri indagati l’inserimento di informazioni ingannevoli per i consumatori, ora arriva la doccia fredda per la nota influencer, la quale ha espresso il suo disappunto, dichiarando di ritenere ingiusta l’accusa e confermando il suo impegno nel far emergere la propria innocenza.
Che cos’è il Pandorogate?
L’iniziativa commerciale aveva visto Chiara Ferragni promuovere il pandoro in una “edizione limitata” per il Natale 2022, con l’intento di raccogliere fondi per la ricerca contro i tumori infantili, destinando una parte dei proventi a un ospedale torinese. Era invece emerso, secondo la ricostruzione della Guardia di Finanza, che la donazione era risultata minima rispetto agli incassi generati dalle vendite.
Queste erano peraltro state gonfiate da un prezzo triplicato rispetto a quello di un pandoro standard: non si trattava certo di una novità e Ferragni era finita altre volte al centro del dibattito, proprio per come sfruttando la sua immagine, venissero gonfiati i prezzi. Qui però è successo qualcosa di più grave, secondo la Procura, che ha evidenziato un disallineamento tra i ricavi reali e l’entità delle donazioni.
Gli avvocati di Chiara Ferragni rigettano le accuse
Gli avvocati di Chiara Ferragni, Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana, hanno ribadito che la vicenda non avrebbe rilevanza penale e che ogni aspetto controverso fosse stato già risolto tramite l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM). Nonostante ciò, la Procura di Milano ha deciso di andare avanti, rinviando la questione al giudice del dibattimento, con l’inizio del processo fissato per il 23 settembre.
Inoltre, la Ferragni aveva cercato di risolvere la vicenda in modo conciliativo, donando 200.000 euro in beneficenza tramite un accordo con Codacons. Non è bastato e dunque si andrà a processo: la vicenda ha sollevato un acceso dibattito in Italia, soprattutto sul ruolo degli influencer e sulle pratiche di marketing legate a prodotti venduti come iniziative benefiche, ma di fatto non completamente trasparenti.
In cosa consiste l’inganno per i consumatori italiani?
La pubblicità del pandoro, con un prezzo esorbitante, ha indotto molti consumatori a pensare che l’acquisto fosse una forma di sostegno sociale, ma la realtà dei fatti sembra essere stata molto diversa, alimentando ulteriori polemiche. In questo scenario, la figura di Ferragni, una delle influencer più seguite in Italia, è diventata oggetto di attenzione mediatica e critica.
Lei stessa si è sempre difesa e ha ripetuto di agire sempre in buona fede, sperando che la giustizia possa far chiarezza sulla vicenda. Nel frattempo, la questione continua ancora a far discutere sull’etica e sul potere degli influencer nel guidare le decisioni di acquisto, sollevando domande sulle responsabilità di chi ha una piattaforma così vasta e influente.