Novità per quanto riguarda gli impianti fotovoltaici, dal 2024 verrà abolito il meccanismo dello “scambio sul posto”: vediamo cosa comporta questo cambiamento nel settore delle rinnovabili
La transizione energetica, che stanno attuando molti paesi nel mondo, prevede per la produzione di energia elettrica il passaggio alle fonti rinnovabili, con il progressivo abbandono dei combustibili fossili. La decarbonizzazione del Pianeta entro il 2050 è uno degli obbiettivi dei piani strategici green dei governi con l’implementazione di quelle tecnologie che sfruttano energia pulita. Fotovoltaico ed eolico risultano essere gli impianti che hanno avuto il miglior impatto nel settore, anche grazie ai numerosi incentivi governativi che sono stati via via costruiti a supporto, delineando nuovi ed interessanti sviluppi.
In Italia il fotovoltaico residenziale viene installato con il meccanismo dello “scambio sul posto” che consente al cliente di ottenere dal GSE un congruo rimborso per l’energia prodotta in eccesso e immessa in rete, con una semplice e snella procedura di accesso. L’opzione è stata molto apprezzata proprio per i pochi e veloci adempimenti burocratici e per la convenienza che l’acquisto del fotovoltaico generava. Questi i principali motivi che hanno visto crescere esponenzialmente il numero degli impianti installati sul territorio nazionale. Dal prossimo anno il meccanismo verrà abrogato e molti analizzano gli scenari che potranno subentrare nel settore.
2024: fine dello “scambio sul posto”
Si cambia dunque, e dal 2024 è prevista la soppressione del meccanismo denominato “scambio sul posto”. Tale servizio è offerto dal GSE ai possessori di impianti fotovoltaici residenziali, permettendo loro di immagazzinare virtualmente l’energia prodotta in eccesso, e quindi non consumata, nella rete, per poi utilizzarla al bisogno in compensazione. La convenienza che rappresentava questa opzione si concretizzava nel massimizzare l’efficienza del proprio impianto fotovoltaico. In sostituzione è prevista l’introduzione del Ritiro Dedicato.
Le principali differenze tra i due meccanismi vedono una maggiore complessità del primo a fronte della semplicità del secondo. Lo scambio sul posto si basa sul controbilanciamento tra energia immessa in rete e poi compensata, mentre con il Ritiro Dedicato la stessa energia immessa in rete viene direttamente pagata mensilmente, in base al prezzo di mercato. Le modalità sono due: un Prezzo Minimo Garantito, cioè un prezzo fisso stabilito da ARERA, oppure un Prezzo Zonale Orario, che dipende e varia in base all’ora e al giorno e si tara sui prezzi di mercato.
La convenienza
Il secondo meccanismo in realtà è già in essere per tutti coloro che hanno usufruito del Superbonus 110% per installare l’impianto e che, nell’ultimo anno, hanno visto lievitare gli incassi grazie agli incrementi dei prezzi energetici. Vendere energia è dunque conveniente soprattutto se il prezzo di mercato sale, come è avvenuto con gli straordinari rincari dell’ultimo anno. La commercializzazione dell’energia prodotta dall’impianto e non autoconsumata, garantisce una interessante remunerazione per i produttori, e rappresenta un ulteriore vantaggio economico che si va a sommare al risparmio sui costi energetici.