Utilizzare i pannolini ecocompatibili significa inquinare di meno, oltre che avere la possibilità di risparmiare. L’ideale sarebbe un ritorno all’antico, quando si usavano i pannolini lavabili. Con la modernità ci siamo abituati in molti campi all’usa e getta, finendo col produrre una marea di rifiuti, non calcolando i danni che questi possono comportare soprattutto a lungo andare.
Esistono tante alternative, che possiamo riassumere nel nome comune di biopannolini. Ci sono pannolini compostabili, del cui uso sicuramente l’ambiente non potrà che esserci grato.
Una sfida ambientalista anche per le neomamme, che possono sentirsi coinvolte in maniera diretta nella salvaguardia dell’ambiente. Fra i pannolini compostabili possiamo ricordare per esempio quelli Naturaè.
Fra i pannolini lavabili invece ci sono quelli POP-IN, che sono composti da tre elementi: un guscio esterno, uno strato assorbente e uno strato di rinforzo. In questo modo si finisce col lavare soltanto lo strato che entra in contatto con i bisognini del bambino.
Dobbiamo ricordare che i pannolini tradizionali sono di solito prodotti con materiali sintetici, che vengono ricavati da fonti fossili. Le plastiche sintetiche non sono affatto dei materiali che si degradano facilmente.
Basti pensare che un pannolino tradizionale usa e getta ci mette quasi 500 anni a degradarsi. Nella nostra vita quotidiana spesso non pensiamo a tutto ciò e siamo facilmente portati a produrre rifiuti in quantità.
Teniamo presente che in molti casi si può evitare, garantendo una maggiore sostenibilità ambientale. D’altronde il rispetto dell’ambiente non è fatto di sfide impossibili da raggiungere. Basta impegnarsi a poco a poco, anche nell’uso dei pannolini ecocompatibili. Le grandi sfide ambientaliste sono fatte di piccoli passi.
Riciclo creativo, dai pannolini si ricavano mobili e tegole
Tenendo infatti conto dei dati relativi all’impatto ambientale dei pannolini usa e getta, è stato calcolato che essi rappresentano il 20% dei rifiuti indifferenziati. Tra l’altro per biodegradarsi occorrono dai 200 ai 500 anni.
Ecco perché allora è importante riciclarli e non lasciarli nell’ambiente. Le famiglie coinvolte in tutto sono 36.000. I pannollini vengono portati in un impianto specializzato nel riciclo e vengono poi trasformati nei materiali base per costruire oggetti di uso comune.
E’ stato previsto che, se il progetto avrà un riscontro positivo, potrà essere continuato per il futuro e potrà anche essere ampliato. In Gran Bretagna già l’anno scorso era stato portato avanti un progetto simile, per salvare l’atmosfera, così dicevano i dati, da circa 22.000 tonnellate di anidride carbonica.
Anche in Francia si stanno tentando progetti del genere e si sta studiando il sistema per riuscire ad utilizzare il rifiuto organico per produrre energia, la plastica isolata dai pannolini per fabbricare nuovi oggetti e un’altra parte organica per mettere a punto del concime.
Foto di Ben Cooper
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