Addio a Papa Francesco, il Pontefice in oltre un decennio ha saputo cambiare la Chiesa e ha segnato sicuramente un’epoca.
Una notizia che sconvolge non solo il mondo cattolico, ma l’intero Pianeta: Papa Francesco è morto oggi all’età di 88 anni, dopo essere stato ricoverato al Policlinico Agostino Gemelli, a causa di una grave infezione respiratoria che aveva compromesso le sue condizioni di salute negli ultimi giorni. Al Pontefice era stata diagnosticata un’infezione polimicrobica delle vie respiratorie guidata molto preoccupante.

Il Sommo Pontefice ha guidato la Chiesa cattolica dal 2013, dimostrandosi un simbolo di pace e compassione durante il suo papato, che è stato segnato da numerosi viaggi, interventi a favore dei poveri e dei rifugiati e una forte attenzione verso le problematiche globali. La notizia della sua morte è stata confermata dal Vaticano in un comunicato ufficiale, che ha descritto le sue condizioni di salute come critiche nelle ultime ore.
Gli ultimi anni di sofferenza di Papa Francesco
La salute di Papa Francesco era stata oggetto di crescente preoccupazione negli ultimi anni, a causa della sua età avanzata e di alcuni problemi fisici preesistenti, tra cui dolori articolari cronici e difficoltà nella deambulazione, che lo avevano costretto a limitare i suoi impegni pubblici. In altre occasioni, prima di questa, era già stato ricoverato in ospedale. Stavolta purtroppo non è riuscito a superare questa crisi.

In ogni caso, il suo spirito instancabile e la sua dedizione alla missione della Chiesa non sono mai venuti meno, e anche nei giorni del ricovero non era mancato il suo interesse per i problemi che affliggono l’umanità. Papa Francesco, che ha sempre avuto un legame profondo con i più bisognosi, lascia un’eredità di umanità, dialogo interreligioso e impegno sociale.
L’impegno per l’ambiente di Papa Francesco
Mai era venuto meno anche l’impegno per l’ambiente e a contrasto dei cambiamenti climatici, tanto che aveva incontrato in udienza alcune delle figure più rappresentative dei movimenti ambientalisti, tra cui Licypriya Kangujam, una bambina indiana di appena 12 anni e che nel movimento mondiale contro i mutamenti climatici è considerata la leader più giovane.

In più occasioni, oltre che in un’enciclica, il Pontefice aveva elaborato il concetto di ecologia integrale, basata su un sano confronto tra ambiente, società e culture. Forti anche i richiami contro un capitalismo sfrenato, che lo aveva portato ad affermare che la libertà sarebbe sotto la minaccia del consumismo, e che questo avverrebbe anche nel cuore dell’Europa.
Ancora prima, preoccupato per l’ambiente, ha lanciato un appello: è essenziale adottare azioni concrete per proteggere la natura e contenere gli effetti dei cambiamenti climatici. Secondo il Pontefice, la crisi ambientale e sociale sono strettamente legate e per questo il Papa aveva invitato ad agire subito per evitare danni irreversibili, sottolineando l’importanza di rispettare la natura, promuovere la solidarietà umana e vivere con sobrietà.
È morto Papa Francesco: il mondo saluta un uomo che ha amato fino in fondo
Papa Francesco ci ha lasciati nel giorno di Pasquetta
La notizia è arrivata all’improvviso, nel silenzio raccolto di una diretta trasmessa da Casa Santa Marta. Un momento intimo, quasi sussurrato, ma che ha immediatamente raggiunto il cuore del mondo intero. È stato il cardinale Kevin Farrell a trovare le parole – tremanti, cariche di emozione – per annunciare ciò che nessuno era pronto ad ascoltare:“Carissimi fratelli e sorelle, con profondo dolore devo annunciare la morte del nostro Santo Padre Francesco. Alle ore 7:35 di questa mattina, il Vescovo di Roma, Francesco, è tornato alla casa del Padre.”
Con queste parole si è chiusa una delle pagine più umane, intense e rivoluzionarie del pontificato della Chiesa cattolica. Ma soprattutto, si è spento il cuore di un uomo che ha saputo farsi vicino, che ha saputo ascoltare, accogliere, amare senza riserve.
Papa Francesco ha vissuto ogni giorno del suo ministero come un dono da offrire agli altri. Con il suo sorriso semplice, le sue mani tese verso gli ultimi, e una voce ferma che sapeva farsi carezza o scossa, ha guidato la Chiesa con uno stile unico: quello del Vangelo vissuto.
“Ci ha insegnato a vivere i valori del Vangelo con fedeltà, coraggio ed amore universale – ha continuato il Card. Farrell – in modo particolare a favore dei più poveri e degli emarginati.”
Ed è vero. Francesco è stato il Papa delle periferie, degli abbracci senza paura, delle parole che sanno scendere fino all’anima. Ha saputo rompere muri e costruire ponti, tra popoli, tra religioni, tra cuori feriti.
Oggi la Chiesa lo piange, ma anche lo ringrazia. Con una gratitudine immensa, profonda, che nasce dall’aver visto in lui un autentico discepolo di Cristo. Un padre. Un fratello. Un uomo. “Raccomandiamo l’anima di Papa Francesco – ha concluso Farrell – all’infinito amore misericordioso di Dio Uno e Trino.”
E noi, con le lacrime agli occhi ma il cuore pieno del suo esempio, ci uniamo in silenzio. Per dire grazie. E per lasciarlo andare, accompagnato dall’amore di milioni di persone che, grazie a lui, hanno imparato a credere un po’ di più nella bontà del mondo.