Andare in giro per parchi a raccogliere pigne e castagne non è precisamente lecito: una legge spiega il perchè
Passeggiare nei parchi urbani è sempre una scoperta e, sia da piccoli che da grandi, è sempre bello apprezzare la natura. Guardare il suolo, gli elementi naturali degli alberi e i loro frutti è un’azione che ci rilassa mente e corpo. Spesso è anche associato alla raccolta di pigne e altri elementi vegetali.
Durante la stagione autunnale, i boschi e i parchi urbani si riempiono di pigne e castagne. Raccoglierle sembra l’operazione più semplice e gratificante del mondo tuttavia alimenta il rischio di incorrere in un reato passabile di sanzione.
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La legge considera un reato la raccolta di frutti e fiori all’interno di aree pubbliche. Se si considera che in parchi urbani, giardini comunali spesso si possono raccogliere pigne e castagne è bene sapere come comportarsi per non rischiare un illecito amministrativo. Il reato ascrivibile a questa operazione si chiama danneggiamento di un bene pubblico e si tratta di un vero e proprio reato di furto.
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Il bottino, a differenza di una rapina vera, sarebbe quello di danneggiare l’ambiente naturale deturpandolo e privandolo di elementi naturali essenziali. E’ bene quindi lasciare tutto dove si trova, senza toccare niente.
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Questo tipo di reati sono stati depenalizzati; a loro è stata tolto il reato penale. Ma se si viene colti in flagranza dalle forze dell’Ordine si rischia comunque una multa.
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Nelle aree naturali protette vigono ordinanze specifiche che vietano tassativamente la raccolta di foglie, frutti, fiori e qualsiasi entità naturale presente nell’ambiente. In questi casi, si rischiano addirittura provvedimenti penali. In ogni caso, è bene lasciare tutto quello che si vede esattamente dove si trova per evitare di incorrere in sanzioni.
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