La chiazza è stata avvistata da un aereo della marina francese, che sorvolava la zona con l’obiettivo di effettuare controlli legati proprio a combattere le pratiche illecite di rilascio di sostanze inquinanti nel mare.
A proposito delle tracce eventualmente inquinanti riscontrate in quest’area marina, è stato diffuso un comunicato, il quale afferma: “L’indagine condotta dal reparto di Marsiglia della polizia marittima, determinerà se i risultati della traccia osservata derivino da un’operazione di pulizia dei serbatoi o da altra parte della nave. Il rischio di inquinamento dovuto presumibilmente ad una miscela di detergenti e residui di olio ricorda tuttavia, con drammatica attualità, la vulnerabilità delle due aree protette transfrontaliere del Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena e della Riserva Naturale delle Bocche di Bonifacio.”
Il problema è sempre lo stesso: negli ultimi anni lo stretto di Bonifacio è stato attraversato da più di 3.400 navi, alcune delle quali hanno trasportato merci pericolose, come petrolio, gas e prodotti chimici. Non si devono trascurare le conseguenze per la biodiversità marina della zona.
È da ricordare infatti che questo parco marino costituisce l’habitat fondamentale di numerose specie del Mediterraneo, alcune delle quali sono protette anche da provvedimenti messi in atto dall’Unione Europea. L’attenzione quindi è veramente d’obbligo.
Foto di Bufia
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