Sono passate tre decadi da quando nel Parco Nazionale di Iona, in Angola, non si vedevano più le giraffe. Ed ora sono tornate. Sette maschi e sette femmine.
La ripopolazione del Parco Nazionale di Iona, in Angola, non è stata causata da un naturale processo ciclico di sparizione e di riapparizione. Ancora una volta l’uomo ci ha messo il suo ‘zampino‘. In Africa si sono accorti che la mancanza delle giraffe all’interno di alcuni parchi nazionali avrebbe compromesso ulteriormente la biodiversità locale. Ed allora, dopo oltre trent’anni di assenza, sono state fatte tornare, attraverso un trasporto su terra che è durato oltre 36 ore.
Questi bellissimi esemplari vegetariani e dal collo lungo sono autoctoni dell’area africana, disposti in buona parte del continente. Purtroppo non solo la perdita progressiva del loro habitat ha messo in pericolo le giraffe. La guerra civile che ha colpito per molti anni l’Angola ha costretto le giraffe ad essere allontanate, per timore che rimanessero accidentalmente uccise.
Giraffe in Angola, come sono tornate
Dalla Namibia centrale sono state prelevate quattordici giraffe cresciute in una riserva privata. Sette maschi e sette femmine, adulti giovani ben propensi alla riproduzione. Una specie di Arca di Noè per risollevare le sorti del Parco Nazionale Iona. E parte del lavoro è stato affidato alle giraffe. Sono i ruminanti più grandi che esistano sulla faccia della Terra. Il loro semplice lavoro di mangiare, ruminare e spargere semi in giro garantisce l’arricchimento della biodiversità del parco.
Le giraffe sono tornate in Angola dopo un’assenza pluridecennale, per volere del Governo locale e sulla spinta delle associazioni che trattano di biodiversità. Il recupero della specie a rischio dovrebbe avere un esito positivo. L’Angola è stata per molto tempo habitat privilegiato per queste specie, fino a che non è arrivata la guerra civile. Dunque la ripopolazione non dovrebbe essere così ardua.
Il trasporto degli animali
Il ritorno in Angola non è stato così agevole per le giraffe. Nonostante siano state prese tutte le precauzioni per un trasporto il più soft ed agevole possibile, di sicuro lo stress di percorrere oltre 1.300 chilometri in 36 ore non è stato poco. Chi ha pianificato le operazioni di trasporto ha specificato che la cattura stessa è avvenuta in modo dolce e senza spaventare le giraffe, che sono state agevolate a salire sui camion.
Durante il trasporto non sono stati dati sedativi o farmaci agli esemplari, ed oltre alle soste programmate per riposare in luoghi ombreggiati, ne sono state fatte altre per controllare lo stato di salute e di stress degli animali. A quanto pare è andato tutto liscio. E le giraffe forse torneranno a popolare l’Angola.