Gli attivisti colpiscono ancora, questa volta in Francia, Extinction Rebellion hanno protestato dinanzi al pop-up store Shein, ecco per quale motivo.
Il gruppo di attivisti Extinction Rebellion ha manifestato il suo dissenso a Parigi dinanzi al pop-up del noto marchio Shein. Gli ambientalisti si sono impegnati per far desistere i clienti del colosso cinese a rinunciare ai loro acquisti. Negli ultimi tempi, Shein è stato più volte accusato di sfruttare per molte ore al giorno la manodopera sottopagata e senza alcun diritto lavorativo. Non solo un impiego spropositato di operai ma anche l’approfittarsi di molte materie prime per realizzare capi di abbigliamento pieni di sostanze chimiche, è stato il fulcro della protesta.
Non è l’unico atto di rivolta del gruppo in questione, il movimento socio-politico non violento, presente in diversi paesi d’Europa ed anche in Italia, ha organizzato un flash mob contro la crisi idrica all’isola del lago di Garda. Ad ogni modo le persone interessate alla precaria situazione ambientale che vorrebbero cambiare il sistema del consumismo e dello sfruttamento sempre maggiore di risorse naturali, sono centinaia. Spesso con atti anche estremi si mostrano ad un mondo che sembra essere sempre più focalizzato al deterioramento e non alla conservazione.
Quando nasce Shein?
L’azienda di vendita online di origine cinese è stata fondata nel 2008, ma solo nel 2020 il marchio è diventato famoso in tutto il mondo in concomitanza con il periodo pandemia da covid-19. Prodotti per la casa, l’igiene personale, abiti, accessori, tutto ad un prezzo più che allettante, sono il frutto di dolore e sfruttamento talvolta anche minorile.
Il marchio è diventato famoso anche grazie ai social, specie tik-tok ed Instagram, inoltre alcune collaborazioni con persone famose hanno reso Shein il brand più discusso in assoluto degli ultimi tempi. Dal momento che la politica aziendale si basa sul basso costo delle merce che spesso risulta essere di scarsa qualità, gli attivisti di Extinction Rebellion hanno portato alla luce durante la protesta uno sfruttamento sempre maggiore di persone, per l’esattezza la minoranza musulmana uigura, costretta a lavorare nei campi di cotone per pochissimi centesimi al giorno.
Come cadaveri hanno bloccato il traffico
Il movimento ha bloccato per diverse ore la circolazione ed ha creato disagi dal momento che gli attivisti si sono stesi a terra dinanzi allo store di Shein. Nel video è possibile vedere persone in fila da ore per accedere al pop-up, un punto vendita temporaneo con prezzi stracciati per attirare clienti, e i militanti ambientalisti che con megafono alla mano e striscioni hanno manifestato il loro punto di vista.
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