[galleria id=”39″]Gli imballaggi delle uova di Pasqua, così belli e colorati a vedersi, sono potenzialmente dannosi per l’ambiente poiché non riciclabili. Vanno gettati necessariamente nell’indifferenziato e destinati all’incenerimento. Dalla Gran Bretagna sono però in arrivo le Eco-Uova.
Nel 2009 vi raccontavamo che su EcoParma.it la celebre ditta dolciaria britannica Cadbury decideva di dichiarare guerra agli imballaggi delle sue uova di Pasqua per ridurre la produzione di rifiuti. E così le uova, chiamate per l’occasione Uova del Tesoro, non erano più vendute in confezioni di plastica o cartone ma avvolte da un foglio di materiale biodegradabile. Questo si traduceva in un buon 75% in meno di utilizzo della plastica e ben il 65% in meno di cartone. Un risultato decisamente positivo.
Da Eco dalle Città arrivava invece la notizia che in Italia era in corso l’iniziativa “nUovo Mondo”, la vendita delle uova pasquali messe in commercio da Altromercato che è la più importante organizzazione del commercio equo e solidale nel nostro paese. Anche in questo caso, le uova sono state confezionate con materiali riciclabili e più volte riutilizzabili: un velo di carta di seta prodotta a partire dagli scarti delle fibre di seta e lavorata a mano dalle donne del Mennonite Central Committee in Bangladesh. Si auspicava che allora, con la crisi economica che iniziava a farsi sentire, fosse inferiore la quantità di rifiuti legati al perdiodo pasquale. La Confartigianato aveva stimato che nel solo 2008 erano stati venduti 48.000 quintali di uova di cioccolato che, tradotto in termini di rifiuti, si erano trasformate in 288.000 chilogrammi di materiale da imballaggio non riciclabile.
E oggi, a che punto siamo? Altromercato continua con la sua proposta di prodotto equo, solidale e a impatto zero in termini di gestione rifiuti. Si tratta di “nUovo mondo”, il tipico dolce pasquale amato da grandi e piccini, avvolto in una bellissima carta seta prodotta a mano in Bangladesh dalle donne di Mcc (Mennonite Central Committee) e realizzata grazie agli scarti di produzione delle fibre di seta.
E, per fortuna, non è l’unico esempio positivo che possiamo portare per questa Pasqua 2012 all’insegna della tutela ambientale.
È recentissima la notizia che Nestlé UK & Ireland utilizzerà per queste festività primaverile degli imballi per confezionare le uova validati e approvati dal Forest Stewardship Council: con queste scatole di cartone sarà possibile ridurre ben del 30% la plastica normalmente utilizzata in queste occasioni pasquali.
Nestlé ci tiene a sottolineare che sin dagli anni Novanta il suo impegno per la riduzione dell’impatto ambientale delle attività è stato notevole, riducendo il packaging e il relativo contributo correlato nelle discariche di rifiuti, il tutto senza intaccare minimamente la qualità dei prodotti, sempre buonissimi.
Nel 2009 fu proprio questa multinazionale a ridurre del 25% l’imballo utilizzato per il confezionamento delle uova, un impegno sottoscritto con l’accordo “Waste and Resources Action Programme” (WRAP), e fu sempre la Nestlé ad eliminare nel 2011 ben 100 tonnellate di plastica che componevano il processo produttivo dei loro prodotti dolciari.
L’esempio positivo di Nestlé fa ben sperare per questa Pasqua 2012, ma c’è da dire che non è proprio così per tutti. Nella maggior parte dei casi, purtroppo, l’involucro che racchiude le nostre sorprese pasquali è ancora in poliaccoppiato, una sostanza che inevitabilmente va a finire nel secco, ancora di più se accoppiato ad uno strato plastico di polipropilene.
Immagini tratte da:
www.tortealcioccolato.com
www.soleonlus.org
www.altromercato.it