Corpi in decomposizione: cosa accade quando sei morto e rimani immerso in acqua

La tragedia dei passeggeri del sottomarino Titan: sono già stati dimenticati, ma c’è un’ipotesi sconvolgente che riguarda i loro corpi.

Resti recuperati in mare (screenshot video) – Ecoo.it

Lo scorso 19 giugno, ovvero poco meno di tre settimane fa, la sorte dei passeggeri di un sottomarino, che erano intenzionati a raggiungere i resti del Titanic, mise in apprensione il mondo. Dei cinque avventurieri, infatti, si perse improvvisamente il segnale e per diversi giorni che fine avessero fatto fu la domanda che l’intero mondo si pose. Dall’apprensione, nel giro di poco tempo, si passò alla comprensione che un’altra tragedia del mare si era consumata, a 111 anni esatti di distanza dal dramma del Titanic.

Che fine hanno fatto i corpi dei passeggeri del Titan: cosa dicono gli esperti

Resti di scheletro in mare (screenshot video) – Ecoo.it

Quella del Titanic è sicuramente la tragedia navale più nota della storia del Novecento e non solo: qualcosa come circa 1.500 persone persero la vita in quel naufragio e ancora oggi sia sulle circostanze che sui resti del relitto, in particolare sul presunto tesoro al suo interno, la narrativa è davvero vasta. Dal cinema alla musica, da James Cameron al nostro Francesco De Gregori, in tanti hanno raccontato le varie sfumature di una tragedia che ha fatto epoca, ed è questo interesse mai sopito che ha spinto i cinque avventurieri a intraprendere il viaggio in sottomarino.

Un viaggio molto contestato, innanzitutto per gli elevati costi, anche sul piano dei danni ambientali, poi per lo stesso clamore che ha accompagnato la notizia del naufragio del sottomarino, una risonanza mediatica che ha surclassato quella destinata a tante tragedie del mare, in primis quelle che puntualmente purtroppo si consumano nel Mar Mediterraneo. A distanza di qualche giorno, la notizia che i cinque all’interno del sottomarino erano probabilmente già deceduti. Arrivarono rapidamente conferme e la domanda che in tanti si sono fatti è se questi milionari avventurieri si sarebbero potuti salvare.

L’attenzione mediatica rispetto a questa vicenda, dopo averci accompagnati per qualche giorno, è rapidamente scemata, fino a spegnersi, per cui è legittimo ora domandarsi che fine hanno fatto i resti dei corpi delle persone rimaste intrappolate nel sottomarino Titan. Una possibile risposta ce la dà Nicholas Passalacqua, direttore di antropologia forense presso la Western Carolina University, che ha trattato l’argomento intervenendo su Insider.

La verità sui corpi dei passeggeri del Titan: tre scenari possibili

Uno scheletro ritrovato sul fondo del mare (screenshot video) – Ecoo.it

Cosa succede ai resti umani in mare e come cambia la decomposizione dei corpi nell’acqua sono le due domande che probabilmente in tanti si sono posti. Il luminare Passalacqua avanza nel caso della tragedia del Titan l’ipotesi che i corpi delle persone morte nel naufragio possano essere rimasti incastrati all’interno di alcuni dei resti del sottomarino. Questo aprirebbe la strada a una ipotesi davvero clamorosa: “In un ambiente privo di ossigeno, i resti non si decompongono molto perché i micro e macro organismi che lavorerebbero per consumare e decomporre i tessuti non riuscirebbero a sopravvivere”.

In sostanza, se i corpi dei passeggeri del Titan fossero rimasti intrappolati all’interno del sottomarino o di ciò che ne resta, è verosimile che si possano trasformare in mummie. A fine giugno, la Guardia costiera statunitense ha lasciato intendere che resti umani sarebbero stati trovati e recuperati proprio nell’area in cui si sono perse le tracce del sottomarino, insieme ai resti del mezzo. Si tratterebbe però veramente di pochissimi resti e di piccole dimensioni, perché – come si ricorderà – il mezzo subacqueo è imploso ed è improbabile che i suoi passeggeri siano ancora tra i resti di ciò che è in mare.

L’ipotesi più verosimile è dunque che i corpi siano rimasti dispersi in acqua, si assisterebbe anche in queste ore al normale processo di decomposizione in mare, ovvero la pelle del corpo umano assorbirà l’acqua e si staccherà dai tessuti sottostanti, diventando preda della fauna marina. Si formerebbero inoltre delle adipocere, che contribuirebbero a un deterioramento più lento del corpo. Di fatto, vi sono casi di scheletri umani ritrovati in mare dopo svariati anni e completamente integri. Quel che è certo è che l’immersione di un corpo in acqua tende a rallentare la velocità con cui questo si decompone.

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