La pasta compare in alcuni ricettari sin dal IX secolo. Le sue origini sono lontane, e concentrate in una Regione specifica dell’Italia
Simbolo dell’Italia insieme al mandolino ed a attività poco gradite, la pasta è uno dei cibi più conosciuti ed esportati del mondo. La versione attuale è quella industriale, che viene essiccata grazie a dei macchinari, mentre nell’antichità c’erano differenti tipi di pasta. Non è facile risalire alle origini. Tuttavia alcuni antropologi ci hanno provato, ricercando nei manoscritti del passato le tracce più antiche che parlassero della pasta. E sono state trovate in degli scritti arabi, che parlavano di filamenti provenienti dalla farina. In Sicilia. Nello specifico nell’area occidentale dell’isola.
Come si sa dalla storia, gli arabi hanno colonizzato per molto tempo il Sud della penisola, ed anche le isole. Dunque non solo Sicilia, ma anche Puglia e Calabria. E la pasta, la cui ricetta è scritta su dei manuali rudimentali, dovrebbe risalire almeno al nono secolo. Anche se le prime tracce scritte sono presenti intorno al 1100.
La pasta, per il suo gusto, per la sua possibilità di essere essiccata e trasportata facilmente, è stata una delle pietanze che ha iniziato a muoversi dalla regione di origine, la Sicilia, sin dall’inizio. Anche se si sospetta che nei paesi arabi dei filamenti di farina essiccata fossero presenti già precedentemente, utili per attraversare il deserto. Intorno al XII secolo tracce della pasta iniziarono a risalire lo Stivale, anche se non era ancora diventato cibo di massa. La sua fortuna nacque da una carestia nel Regno di Napoli del Seicento, sotto la dominazione spagnola. Ed allora la pasta secca era la soluzione primaria per continuare a cibare la popolazione.
Solo nel Centro Italia si preparava artigianalmente la pasta all’uovo, che durava di meno e che non poteva essere così facile da esportare come la pasta secca. Dopo aver conquistato i cuori ed i palati anche oltre i confini nazionali, con la rivoluzione industriale si poté passare alla pasta frutto di produzione e distribuzione massificata al livello mondiale. Che è lo stesso modello utilizzato oggi. Con la sostanziale differenza che diverse multinazionali esternalizzano le fabbriche di produzione, facendo preparare la pasta in territori lontani dall’Italia e dal grano italiano.
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