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I segreti sono stati svelati: Pavlopetri, la città sommersa più “vecchia” del mondo

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Pavlopetri e i misteri svelati sulla città sommersa più antica del mondo: chi la identificò e gli scavi che furono effettuati col tempo.

scavi città sommersa
Pavlopetri (Canva) – Ecoo.it

Nel nostro immaginario c’è una cosa che ci affascina più di altro, si tratta di città nascoste da tempo, navi affondate, manufatti nascosti e tombe riscoperte secoli dopo.  In noi suscitano interesse e curiosità, ma anche mistero. La storia ci insegna che esistono città che per eventi naturali o per conflitti siano state spazzate via. Ma è possibile grazie agli studiosi, scavi e tecnologie sapere qualcosa in più, così da placare i nostri dubbi e avere maggiore conoscenza.

A proposito di questo avete mai sentito parlare della città perduta di Pavlopetri? Gli archeologi spiegano che questa è la città sommersa più antica del mondo. Ma dove si trova? Situata nel Peloponneso della Grecia meridionale poco fuori dalla Laconia meridionale.

La città di Pavlopetri cosa nasconde

La città indentificata dal geologo Folkion Negris nel 1904 per la prima volta e riscoperta nel 1967 da Nicholas Flemming dell’Institute of Oceanopraphy dell’Università di Southmpton. La città del bronzo fu sommersa da circa 3-4 metri d’acqua. Nel 1968 Flemming e un gruppo di archeologi dell’Università di Cambridge tornarono sul luogo per sei settimane ed esaminarono vari resti.

Esaminarono l’area utilizzando un sistema a griglia e nastri a mano, gli studiosi riuscirono a creare un piano della città che copriva un’area di 300 metri per 150 metri. Cosa hanno trovato? 15 edifici separati, cinque strade, cortili, circa 37 tombe a cista, 2 tombe e un piccolo ossario in pietra. Ma non è  finita qui, è stato scoperto che la città continuava verso sud sull’isola di Pavlopetri, dove sono stati trovati ulteriori resti: mura e materiali archeologici.

Dal fondo del mare sono stati rinvenuti, invece, lama di ossidiana, ceramiche, selce e addirittura una statuetta di bronzo del 2800-1180 a.C. Gli edifici della sommersa città risalgono al periodo miceneo intorno al 1650-1180 a.C. e passarono molti anni prima che questo sito passò ad una attenzione maggiore.

Si arriverà, così, al 2009, quando un team di ricercatori dell’Ephorate of Underwater Antiquities del Ministero della cultura ellenico, l’Università di Nottingham e il centro per la ricerca marittima, hanno avviato per esplorare la città nel dettaglio un progetto quinquennale.

Durante l’indagine archeologica subacquea digitale dettagliata e diversi scavi subacquei e sono stati scoperti altri 9.000 metri quadrati di nuovi edifici tra cui una sala rettangolare molto grande. Rinvenute tombe che erano ricoperte di pietra, una sepoltura di pithos e ceramiche utilizzate per conservare i corpi prima della cremazione o della semplice inumazione.

A confermare l’abitazione micenea ci hanno pensato delle ceramiche, questo suggerisce che la città fosse stata occupata per tutta l’età del bronzo dal 3000 a.c. circa fino al 1100 a.C. La città contava circa 500 – 2000 persone.

Non si conoscono con esattezza le motivazioni e gli eventi che hanno mandato la città sul fondo del mare.

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Le ipotesi parlano di un possibile terremoto avvenuto intorno al 1000 a.C o al 375 d.C. Questa è la città più antica sommersa mai trovata. Platone si pensa possa essersi ispirato nel suo racconto allegorico del continente perduto di Atlantide alla città.

Paola Saija

Classe 1996, sono nata ad Enna, nel cuore della Sicilia e sono una studentessa della facoltà di Lettere Moderne. Sin da piccola ho sempre nutrito una forte passione per la scrittura ed il giornalismo e, da qualche anno, sono riuscita a coronare il mio sogno collaborando con diverse testate locali e non. Le tematiche che mi stanno più a cuore e di cui mi occupo sono l’ambiente, la cronaca e l’attualità. Le altre mie passioni sono l’arte, il cinema ed il teatro che ho avuto modo di approfondire attraverso gli studi ed i viaggi.

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