Il classico pellet, negli ultimi mesi, ha avuto un forte aumento. Ma quello di mais è davvero più conveniente?
Quando si parla degli aumenti subiti per il riscaldamento, tante volte – forse troppe – si dimentica quelli inerenti al pellet. Non a caso i sacchi da 15 kg sono passati dal costare 5 euro agli attuali 15 euro. Ovvero il triplo rispetto a un anno fa.
Ma contro il caro prezzo del pellet, molte persone si stanno affidando a un’altra biomassa. Ovvero il pellet di mais, ovvero un sottoprodotto agricolo che rientra tra gli agripellet. Ma questo è davvero più conveniente? Scopriamolo
Tutto quello da sapere sul pellet di mais
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Questa biomassa si ottiene dallo stesso procedimento del pellet di legno. Eppure i chicchi di questi sono più omogenei, compatti e uniformi. Senza dimenticare che questo combustibile è perfetto per le stufe a policombustibili dove si possono bruciare sia il pellett classico che quello di grano.Non si può non citare che, in commercio, esistono anche delle stufe a mais. Queste sono meno pubblicizzati perché ritenuti prodotti di nicchia. Senza dimenticare che hanno dei costi molto alti ma, a loro vantaggio, l’investimento viene ammortizzato nel giro di qualche anno soprattutto perché la resa è migliore di circa l’80%.
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Calcolatrice alla mano, il pellet di mais 6.000 Kwh/kg e un’umidità di circa il 15% emana un potere calorifero maggiore del 30% rispetto a quello in legno. Senza dimenticare che il costo di questo pellet è inferiore rispetto agli altri combustibili a biomassa. Il prezzo, naturalmente, oscilla come gli altri prodotti, in base alla stagione, alle cause esterne.
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Non mancano alcuni svantaggi. Su tutti la quantità di cenere prodotta nettamente maggiore a quella in legno. Questa sporca molto il braciere e comporta maggior manutenzione e cura. Tra i dibattiti in auge su questo combustibili a biomassa c’è quello inerente la sua produzione. La materia prima è il granoturco, che è alla base sia dell’alimentazione umani sia degli animali di allevamento. E tutto ciò pone il problema etico se sia giusto impegnare un alimento come riscaldamento.
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Un concetto che fa storcere il naso a molti utenti visto che esistono tante risorse vegetali che possono essere usati come combustibile. Il giusto compromesso, secondo quanto riportato da alcuni dagli esperti, sarebbe utilizzare il granotruco contaminaoto da muffe e batteri e quindi non idoneo all’alimentazione. Infatti il calore emanato dal fuoco distruggerebbe questi organismi evitando seri problemi per la nostra salute.