Un nuovo progetto potrebbe aiutare a contenere lo spreco alimentare. La pellicola che cambia colore in base allo stato di conservazione degli alimenti.
Lo spreco alimentare è una delle piaghe del commercio mediato dalla grande distribuzione alimentare. Ed a metterci lo zampino sono anche le abitudini consumistiche sulla spesa. Al punto che in Spagna a breve saranno efficaci delle leggi ad hoc per non gettare il cibo. Già al momento esistono nei supermercati i settori dedicati ai prodotti in scadenza, con uno sconto anche del 50% o oltre. Inoltre si deve considerare che la scadenza dei prodotti non è unica. Ci sono due tipologie di segnalazione in etichetta. Il TMC, ovvero il termine minimo di conservazione, e la data di scadenza.
Nel primo caso si tratta di prodotti con conservazione lunga, come ad esempio conserve o legumi in scatola. Il termine minimo di conservazione indica la data presunta dalla quale in poi non viene più garantita l’integrità di un prodotto. Mentre la data di scadenza è un termine un po’ più perentorio. Si tratta di prodotti organici, facilmente deperibili con la possibilità concreta che sviluppino batteri o agenti patogeni che possano far male all’organismo. Solitamente sono i prodotti freschi di origine animale.
Questo prototipo, messo a punto da due scienziati dell’Universidad Nacional de Quilmes, in Argentina, hanno pensato di inventare una pellicola trasparente che funga da reagente in prossimità con i cibi. L’applicazione è quella di un contenitore ermetico alimentare. Inserendo il cibo all’interno, la pellicola cambia colore in base alla ‘freschezza’ del prodotto.
E questo può suggerire che l’invenzione può risolvere numerose situazioni. Ad esempio quando la data di scadenza, o meglio il termine minimo di conservazione è stato superato e non si vuole rischiare di stare male ma allo stesso tempo si hanno problemi etici a gettare via del cibo. O al contrario quando si ha il dubbio se la confezione del sottovuoto sia stata conservata adeguatamente. Anche prima della data di scadenza, se la confezione non è integra o la gestione della temperatura non è corretta, possono verificarsi delle proliferazioni di batteri patogeni. La pellicola reagisce alla rilevazione dei batteri attraverso un processo chimico – fisico.
Non solo l’invenzione dei due giovani scienziati argentini consente di portare avanti la lotta allo spreco alimentare, ma la pellicola in questione è anche biodegradabile. È composta di yerba mate e kefir, il risultato di tè fermentato molto in uso nell’America del Sud. La yerba mate è un’erba energizzante. Quindi essendo prodotti di consumo alimentare, la pellicola trasparente è a tutti gli effetti biodegradabile. L’invenzione per ora è al suo primo ed unico prototipo, ma se riportata su larga scala, potrebbe modificare la gestione dei consumi alimentari.
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