Per risolvere la questione dei mutamenti climatici non tutti gli Stati al mondo hanno la stessa posizione. È questo quanto è emerso dalla Conferenza di Durban. In particolare gli Stati Uniti non sembrano essere d’accordo a conseguire accordi vincolanti, mentre la Cina comincia a diventare la vera protagonista di una rivoluzione verde, che va in un senso completamente diverso rispetto a quello che era stato fatto fino a questo momento. La Cina detiene un ruolo molto importante nell’ambito del fotovoltaico e dell’eolico e ha investito molto nelle ecoenergie anche dal punto di vista tecnologico.
La Cina sembra avere tra i suoi principali obiettivi quello di portare avanti la green economy. Ma gli accordi con le altre potenze mondiali sembrano assumere tempi piuttosto lunghi. Da questo punto di vista quindi dalla Conferenza di Durban non ci sono grandi prospettive sui cambiamenti climatici.
In ogni caso, come fa notare il ministro dell’Ambiente Corrado Clini:
“L’accordo vincolante per ridurre subito le emissioni serra non uscirà da Durban, ma un buon obiettivo è ancora possibile. La Cina si è dichiarata disponibile a un’intesa per un taglio obbligatorio dei gas serra dopo il 2020.”
Non è da trascurare tutta via il fatto che i danni prodotti dai cambiamenti climatici e dal riscaldamento globale sono ingenti e che tutto si configura come una lotta contro il tempo, per riuscire a salvare il nostro pianeta.
Gli accordi raggiunti lentamente non fanno altro che rallentare la messa in atto di strategie adeguate a favore della tutela ambientale e quindi costituiscono un ostacolo e un pericolo in termini di salvaguardia dell’ambiente.
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