Le vetture green stanno diventando una realtà sempre più importante e con il loro sviluppo assumono un ruolo fondamentale anche le colonnine di ricarica per auto elettrica. Come le vetture tradizionali, infatti, anche le auto elettriche hanno bisogno di rifornirsi; ecco perché le colonnine di ricarica diventano così importati non solo a casa, ma soprattutto fuori. Quella del rifornimento di una vettura a zero emissioni, infatti, può essere un’operazione che può assumere connotazioni molto differenti, a seconda del luogo in cui ci si trova, del tempo e del tipo di infrastruttura a disposizione e in particolare della capacità di trasmissione di corrente elettrica. Fattori che rappresentano una variabile importante e che meritano un approfondimento: ecco, quindi, una serie di informazioni utili sulle colonnine di ricarica per l’auto elettrica.
Le colonnine di ricarica per auto elettrica sono da considerarsi, specialmente quelle pubbliche, al pari dei distributori di carburante nel caso delle vetture endotermiche. Se però per quanto riguarda l’approvvigionamento di benzina e diesel c’è a disposizione degli automobilisti una vastissima scelta, lo stesso – almeno per ora – non si può dire delle colonnine di ricarica. Esistono però diverse modalità per “fare il pieno” alla propria vettura elettrica:
La corrente di ricarica, inoltre, può essere di due tipi: continua o alternata. Il primo caso è quello tipico delle colonnine di ricarica pubbliche il secondo è rappresentato dalla classica presa di casa.
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Ricaricare l’auto elettrica ha, ovviamente, anche un costo che può chiaramente variare in base a diversi fattori. Il costo medio percepito dell’energia elettrica ad uso domestico, tra il 2019 e il 2020, è compreso tra 0,16 e 0,22 Euro per kWh. In base a questi dati, per fare il “pieno” di energia a una vettura media con un pacco batterie da 50 kWh nella propria abitazione si spendono tra gli 8 e gli 11 euro. Costi che salgono, invece, se non si può ricaricare l’auto nella propria abitazione e si è costretti a rivolgersi alle colonnine di ricarica per auto elettrica pubbliche. In questo caso, infatti, la spesa da sostenere dipende spesso dal fornitore dell’energia stessa ed oscilla tra gli 0,45 euro al kW fino ai 22 kWh e gli 0,50 euro per ricariche più veloci e quindi con potenze superiori.
Prendendo in esame un’auto con un pacco batteria da 50 kWh, quindi, si spenderà una cifra superiore ai 20 euro – il doppio rispetto alla ricarica casalinga – per avere un pieno. Uno svantaggio delle colonnine di ricarica pubbliche, inoltre, è quello legato ai metodi di pagamento: molto difficile trovarne gratis, se non in aree attrezzate in centri commerciali, sono quasi tutte a pagamento fisso mensile o annuale attraverso una tessera del gestore con il quale effettuare il pagamento che quasi mai avviene tramite contanti, carta di credito o bancomat.
La soluzione migliore, quindi, è quella di optare per una ricarica domestica che, seppur più lenta, offre un risparmio economico soprattutto sul lungo periodo decisamente importante. Proprio per cercare di agevolare la diffusione delle auto elettriche con l’introduzione del Decreto Rilancio è stato inserito un ecobonus 110%, valido dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021, che permettono di avere uno sgravio fiscale per attività come l’installazione di colonnine di ricarica auto elettriche. Se si vive in un condominio, invece, è possibile richiedere di collocare il punto di ricarica in un’area condominiale comune a patto che si abbia l’autorizzazione dell’assemblea comunale. Qualora arrivasse l’approvazione all’unanimità l’impianto sarà un bene condominiale e non del singolo che ne ha fatto richiesta. In caso contrario, invece, i punti di ricarica saranno di proprietà esclusiva di chi ha partecipato alle spese di installazione.
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