E’ raro che il padrone di un felino lo sottoponga regolarmente ad un rituale di pulizia con acqua e shampoo. A meno che non siano stati abituati fin da cuccioli ad essere bagnati, i gatti odiano l’acqua ed è risaputo. Ma qual’è il motivo alla base di questa avversione?
L’avversione nei confronti dell’acqua è un comportamento assolutamente normale per i gatti. Non a caso, un vecchio saggio cinese recitava: “Tutti i gatti amano il pesce però hanno paura di bagnarsi le zampe“. Il loro istinto li porta ad evitare le grandi pozze, totalmente il contrario rispetto ai cani che saltano nel fango e nuotano appena ne hanno la possibilità. Però, pensando a quanto il gatto, rispetto al cane, sia pulito e attento all’igiene, il suo odio per l’acqua risulta totalmente contraddittorio.
Altro paradosso è il piacere del gatto nei confronti dell’acqua scorrevole. A molti mici, infatti, piace bere dal rubinetto o da una sorgente in movimento: questa è un’eredità che si portano dietro dai loro antenati, abituati ad idratarsi dalla corrente pulita del fiume. Le potenti capacità olfattive li portano a rifiutare qualsiasi acqua sia sporca o presenti residui chimici: ecco spiegato il comportamento dei gatti domestici che non bevono dalla ciotolina se si trova vicino a quella dei croccantini. Vogliono bere senza sentire altri odori o contaminazioni.
In quanto all’acqua per il bagnetto, i gatti la odiano e trovano che immergersi sia un’esperienza davvero stressante. In natura, sono bravissimi a pulirsi in autonomia, senza bisogno di essere lavati. Qualora dovesse risultare necessario, ad esempio se il micio è venuto in contatto con una sostanza tossica o si è sporcato visibilmente, è bene ricordarsi che a lui non piace sentirsi bagnato. Non ha una pelliccia impermeabile, quindi l’acqua penetra e lui si sente freddo e a disagio.
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Piuttosto che fare il bagno al gatto, è meglio usare un pettine a denti sottili e spazzolarlo per togliere le macchie più resistenti. E’ molto probabile che l’amico micio prenda il controllo della situazione e proceda da solo con le sue abitudini di toeletta. Tuttavia, se il gatto è particolarmente anziano, ha un principio di artrite, è in sovrappeso o non è agile, è meglio aiutarlo nella pulizia.
Il metodo migliore per fare il bagno al proprio gatto, se proprio è inevitabile, è quello di seguire alcune piccole accortezze affinché lui resti tranquillo. La stanza deve essere accogliente e calda, così il micio non si sentirà bagnato e non sarà necessario usare il phon che potrebbe spaventarlo.
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Va preso in un momento di particolare tranquillità, ad esempio dopo un giretto esplorativo. Gli si deve parlare con calma e dare una o due crocchette durante il procedimento, in modo da rassicurarlo. Ed è assolutamente da evitare immergerlo in acqua: piuttosto, è consigliabile usare una spugna imbevuta d’acqua tiepida e lo shampoo per gatti.
Il mancato bisogno di immergersi è tipico fin dagli antenati dei nostri mici di oggi: vivevano in zone di savana ed erano costantemente circondati da ampie distese d’acqua. Eppure, hanno imparato a bere dal bordo della pozza, senza tuffarsi con tutto il corpo. L’abitudine a non trovare necessità di bagnarsi è stata tramandata nel corso delle generazioni future.
Tuttavia, l’avversione nei confronti dell’acqua trova alcune eccezioni. Ci sono delle razze che, al contrario, sono abituate ad immergersi e nuotare: si tratta del Turkish Van, conosciuto proprio come “il gatto che nuota”, del Turkish Angora, del Bengala, del Maine Coons, dell’Abissino e del Norwegian Forest Cat.
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