Dopo circa dieci giorni, se non si è riusciti a trovare una famiglia per questi poveri animali, essi vengono soppressi. Una pratica atroce, che ha visto i cittadini di tutta Europa mobilitarsi contro di essa. Infatti in generale negli altri Paesi europei ci sono delle politiche di gestione del randagismo molto più attente al benessere degli animali.
Anche il nostro Paese ha deciso di partecipare nella lotta ai maltrattamenti agli animali in Spagna e tutti chiedono una maggiore tutela degli animali, che possa essere messa in atto anche attraverso l’intervento dell’Unione Europea.
Il tutto dovrebbe mettere fine immediatamente alle esecuzioni nei canili spagnoli. Tra l’altro queste esecuzioni vengono messe in atto attraverso metodi molto crudeli: soffocamento, camere a gas, percosse, farmaci che agiscono sul sistema nervoso.
L’Unione Europea non può ancora intervenire in maniera diretta, perché non ci sono ancora leggi specifiche per intervenire sulle legislazioni nazionali. In ogni caso l’Europa intende presto intervenire per ovviare a questo inconveniente legislativo.
Intanto in Italia è stata avviata una petizione, che è stata accompagnata anche da altre raccolte di firme attuate in Germania, in Finlandia e in Spagna. Massimo Pradella, presidente dell’Oipa, ha affermato: “E’ necessario continuare a fare pressione affinché lo sdegno dei cittadini europei venga ascoltato. Azioni vergognose e indegne di una società civile, come il trattamento riservato ai randagi in Spagna e Romania, devono essere portate sul tavolo di chi ha il potere di porvi fine“.
Intanto varie associazioni italiane hanno deciso di agire, portando in Italia i cani dei canili spagnoli per farli adottare. Tuttavia si tratta di un lavoro immenso, che non riesce a salvare totalmente tutti gli animali dalle esecuzioni che si compiono nelle perreras.
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