Può capitare di voler preparare una ricetta con la farina in un luogo dove non c’è la bilancia. Come ovviare al problema?
La farina di grano duro o di grano morbido è la base della tradizione culinaria metiterranea. Difatti una spartizione fondamentale attraversa l’Italia. Il Nord utilizza tradizionalmente mais per la preparazione dei carboidrati, mentre nel centro sud è la farina di grano ad avere la meglio per pasta e pane. La farina di grano duro è l’unica ammessa per preparare la pasta industriale con il marchio made in Italy, così da sottolineare la cura dell’ingrediente anche alle finalità di esportazione. Mentre invece per il pane, almeno per le tipologie più comuni, si utilizza la farina di grano tenero, anche chiamata farina 0 o 00, a seconda del livello di raffinazione.
Al livello salutistico è preferibile utilizzare i prodotti il meno processati possibile, come lo zucchero non raffinato o la farina integrale. Tuttavia per alcune ricette, ad esempio i dolci, la farina 00 va per la maggiore. Durante il lockdown farina e lievito sono spariti dagli scaffali. Dimostrazione che molte famiglie avevano recuperato nel ritiro domestico forzato l’abitudine di fare pasta, pane, dolci e pizza per conto proprio.
Quando si segue pedissequamente una ricetta, è importante rispettare a dovere le proporzioni. Quindi il peso di ogni ingrediente, fino a che la ricetta non si ripete talmente tante volte fino a “farci l’occhio” e non necessitare più della bilancia. Questo è valido a maggior ragione per zucchero e farina, che potrebbero sbilanciare non poco una preparazione. In particolare la farina di grano tenero, quella bianca più comune, si può misurare anche utilizzando un cucchiaino, senza l’ausilio necessario della bilancia.
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Un cucchiaino di farina corrisponde a 10 grammi. Un cucchiaio di farina corrisponde a 20 grammi. Una tazzina corrisponde a 35 grammi di farina. Una tazza di farina corrisponde a 170 grammi. Un bicchiere medio corrisponde a 130 grammi dell’alimento. Conoscere le equivalenze è importante per due ragioni. La più scontata è che in questo modo ci si può regolare anche quando la bilancia è rotta o non è disponibile. Nel secondo caso pesare senza bilancia aiuta ad acquisire una sensibilità “ad occhio” per le proporzioni delle ricette.
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La bilancia dà un senso di sicurezza. Seguendo la ricetta si dovrebbe avere il risultato ottenuto. Mentre invece, con cucchiai e cucchiaini, dato che la stima è orientativa, si deve sviluppare necessariamente quella attitudine tipica di chi sa cucinare, per cui si regola in base alle esigenze, alla consistenza o al sapore del cibo preparato per aggiungere altro alimento. E la farina non fa eccezione.
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