Hai mai pensato il mega danno che arreca la pesca con esplosioni? E’ arrivato il momento di fare delle delucidazioni sul punto.
La pesca è un hobby, una passione oppure può essere pure un lavoro. Dipende dalle inclinazioni insite in ognuno di noi. Tale attività ha sempre principalmente colpito ed appassionato in termini percentuali i maschietti, chi non ha mai avuto un cugino o fratello che piccino andava a pescare col papà, lo zio o il nonno? Sono di quei ricordi che molti di noi custodiamo nel cuore.
Lì dove tutto era semplice, spontaneo e fatto con l’ingenuità necessaria per godere di un momento unico. Oggi qualcosa è cambiato e parlare di progresso in un settore come la pesca viene difficile dirlo. E perché? Basta vedere quello che succede nelle acque di tutto il mondo, uno spettacolo raccapricciante.
La pesca con esplosioni è una pratica che purtroppo ha preso veramente piede soprattutto nei Paesi asiatici come lo Sri Lanka. Inutile dire quanto questo minacci i nostri ecosistemi marini. Si parla di veri e propri disastri ambientali, ma nonostante questo si continua a praticarla, ignari di quello che potrebbe accadere. Anzi, accadrà!
La pesca con esplosivi, come suggerisce il termine, è chiamata così perché prevede l’uso di bombe. Questa strumentazione, spesso di natura rudimentale quindi immaginate, per niente sicura, ha lo scopo di stordire o sterminare banchi di pesci, in questo modo ne viene facilitata la raccolta.
Si parla di ordigni artigianali ma non solo, perché la pesca a dinamite prevede altresì l’uso di quest’ultimi che vengono agganciate a delle pietre che fungono da zavorra, con una miccia più o meno lunga a seconda del tempo desiderato prima di gire nella profondità desiderata. Al momento dell’esplosione, quello che si trova a 100 metri viene distrutto, certamente senza escludere nulla.
Inutile dire le conseguenze aberranti che ne derivano: barriere coralline, che già sono a rischio sbiancamento a causa delle ondate di calore possono essere distrutte. Le bombe possono altresì danneggiare piante acquatiche, animali e uova. E poi scappano terrorizzati anche uccelli come i gabbiani. Tra il 2019 e il 2023, le autorità dello Sri Lanka hanno sequestrato oltre 3000 detonatori, ma nonostante questo intervento massiccio c’è ancora molto da fare.
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