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Pescarli è illegale e molti non lo sanno: rischio stangata

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Il mare è ricco di tantissimi prodotti ottimi da mangiare. Tra questi ce ne è uno però la cui pesca è vietata. La multa è salatissima 

divieto pesca datteri
Un pescatore (Foto Adobe)

Tra le mete più ambite dell’estate ci sono le località marine. Posti molti vicini al mare, dove andare anche a pesca. Bisogna fare però attenzione a ciò che si tira su. Ogni pesce deve avere alcune caratteristiche di peso o di grandezza. Ma ciò non riguarda solo i pesci. Ad esempio è vietato raccogliere le conchiglie dal bagnasciuga. Il motivo? Si rischia di rovinare l’habitat.

Ma nonostante tanti divieti, molte persone tendono a sottovalutare i divieti e vengono raccolte le spiagge vengono private di tantissime conchiglie, diventate souvenir della vacanza. Ma per alcuni molluschi la gente è disposta a correre ogni rischio, anche salatissime multe. E’ il caso dei datteri di mare, la cui pesca è vietata.

Datteri di mare pescarli è illegale, la multa salatissima

Datteri di mare (Foto Adobe)

Le pagine dei cronaca di molti giornali, ma anche quelle social negli ultimi sono giorni hanno dato molta importanza alla folle pesca di un turista, sulla spiaggia di Castellammare di Stabia, che ha distrutto uno scoglio per estrarre i famosi datteri di mare, la cui è pesca è vietata. Questi molluschi, infatti, rientrano tra gli animali protetti dalla legge. Il motivo? Prelevarli dal loro ambiente naturali corrisponde a reato di inquinamento e disastro ambientale.

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I datteri di mare sono dei molluschi dal guscio marrone molto lungo. Questi si nutrono di plancton, alghe e detriti. Ma la loro caratteristica è un’altra: la crescita estremamente lenta. Si stima che per arrivare a circa 5 cm di lunghezza, ci impiegano dai 15 ai 35 anni. E proprio per questa peculiarità  la loro pesca è assolutamente vietata sia da fonti internazionali (Convenzione di Berna, 1982, e Convenzione di Barcellona) sia dalle leggi italiane con l’art 7 d.lgs. n. 4 del 2012, nonché il D.m. 16 ottobre 1998.

Infatti la pesca di questi molluschi prevede la distruzione del loro habitat (le rocce) tramite l’utilizzo di martelli pneumatici, picconi e anche di cariche esplosive. Azioni che comportano l’alterazione dei fondali marini e anche la distruzioni di interi ecosistemi. Nel novembre 2021 e a marzo 2022, sia la Cassazione (sentenza n. 40325 del 9 novembre 2021 della Corte di Cassazione) che il Tribunale di Napoli , hanno confermato il divieto di pesca per tutelare gli ambienti marini:

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