I pescatori hanno promosso un’interessante iniziativa volta a ripulire il mare. Ci troviamo in Sicilia, a Messina precisamente. Scopriamone di piu’.
Si chiama Pesca Sostenibile ed è un progetto tanto ambizioso quanto lodevole realizzato da Federcoopesca. In realtà è già da un anno in corso questa iniziativa ed i risultati non si sono fatti attendere. Ma in cosa consiste e perché è così utile per la collettività? Grazie all’intervento di numerosi pescatori, i mari ed i fondali dei dintorni dello Stretto di Messina possono ritenersi come purificati.
Chiaramente da bidoni di olio esausto e tutto quello che hanno rinvenuto nel tempo. I pescatori sono i primi ad avere interesse che i loro mari non siano inquinati. Sono dei custodi del mare che agiscono affinché venga rispettata la biodiversità. Tra i rifiuti maggiormente trovati lungo lo Stretto di Messina sono plastica, pannolini ed attrezzature da pesca. Per non parlare anche di pneumatici, insomma… una situazione incresciosa.
Pescatori, la splendida iniziativa green
Le imbarcazioni interessate sono dodici, sei in Calabria e sei in Sicilia che lavorano in perfetta sinergia con i servizi comunali di raccolta e smaltimento dei rifiuti che provengono dal mare. Le imbarcazioni sono dotati di mastelli per la raccolta differenziata, oltre ad un’area per lo stoccaggio dei rifiuti ed il riciclaggio. Il tutto nei porti di Bagnara Calabra e Patti.
Sul punto Nino Accetta presidente di Fedagripesca Confcooperative Sicilia, non ha dubbi nel sostenere quanto l’approvazione della Legge Salvamare nel maggio 2022 abbia incrementato il senso di coscienza e la volontà di fare la differenza per proteggere i propri mari. Fino a poco tempo fa i rifiuti di mare erano ritenuti speciali mentre oggi possono essere smaltiti come quelli urbani, basta recarsi presso le isole ecologiche o in porto presso le aree adibite.
Cosa s’intende precisamente per pesca sostenibile? Un progetto serio e lungimirante mirato al coinvolgimento dei pescatori nella protezione e ripristino della biodiversità oltre che degli ecosistemi marini. Tutto questo è possibile grazie al finanziamento del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.
E’ solo l’inizio
Nonostante i primi risultati riscontrati in un anno, gli enti preposti non avrebbero dubbi: è solo l’inizio di un grande percorso. Lo scopo è formare pescatori 4.0, ossia uomini che si prodigano per la difesa dell’ambiente, ottenendo anche un notevole risultato economico. Insomma, una professione rilanciata a 360 gradi. E’ questa la pesca del futuro.