Pesce fresco, stop vendita in Italia: dove, durata e motivi

Situazione difficile per quanto riguarda il reperimento di pesce fresco nell’immediato futuro. La situazione si complica per svariate cause, cosa succede

Del nasello fresco in pescheria
Del nasello fresco in pescheria (Foto Pixabay)

Pesce fresco, una prelibatezza che a molti di noi piace gustare specialmente nelle occasioni speciali. Tanti sono i piatti che costano, sia a base di specialità ittiche che di frutti di mare. Ed il fatto che giungano tutte dalla stessa parte ci porta ad equiparare una bella orata a delle squisite cozze. Sono i pescivendoli e le pescherie a rifornirci di ciò che abbiamo intenzione di cucinare e di gustare. Ma ad oggi ci sono tanti problemi connessi alla volontà di consumare una bella portata di pesce fresco. A cominciare dalla pesca stessa per arrivare al momento dell’acquisto.

Ci sono molte problematiche, purtroppo attuali da mesi, che stanno rendendo tutto quanto assai più difficile. L’aumento del prezzo del carburante pesa in maniera tragica sulle tasche dei pescatori, in particolare dei soggetti più piccoli del settore. I quali da mesi preferiscono starsene a terra anziché andare a riva, proprio a causa di questo gigantesco problema.

Pesce fresco, duro colpo alle vendite: le cause

Diversi esemplari di pesce esposti in una pescheria
Diversi esemplari di pesce esposti in una pescheria (Pixabay)

E non è tutto. I prezzi del pesce fresco sono aumentati rispetto ad un anno fa e reperire lo stesso nei punti vendita consueti è diventato più difficile. Ma c’è ancora dell’altro: per motivi ambientali e di tutela delle specie ittiche, ogni anno diventa operativo in tutto il Mar Mediterraneo un periodo di fermo totale della pesca. La cosa dura per delle settimane e si applica a turno a delle zone ben specifiche.

Per quanto riguarda l’Italia, ora tocca al Mar Adriatico, con il fermo che interesserà un vasto tratto che va dalla parte meridionale delle Marche fino a tutto il Molise. Questa situazione permarrà fino al 21 settembre 2022 ed è iniziata il 16 agosto, mentre la stessa cosa era avvenuta già da Trieste ad Ancona e da Manfredonia a Bari ad inizio estate.  A farlo sapere è la Coldiretti Impresapesca.

Problemi su problemi, il comparto pesca è in ginocchio

E ci saranno ulteriori pause in aggiunta a ciò, che dureranno dai sette ai diciassette giorni per tutti i tipi di pescherecci a seconda delle situazioni di riferimento, tra area di attività e pesce da pescare. Come è facile immaginare, questo quadro generale con i suoi effetti, sommati a quanto di disastroso sta accadendo quest’anno, arrecherà delle perdite ulteriori al comparto della pesca.

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La quale è messa in ginocchio già da tempo pure a causa della grave siccità che ha portato al restringimento di laghi e fiumi, per quanto riguarda la pesca in acqua dolce. Come diretta conseguenza dell’aumento del gasolio per i pescherecci, del fermo della pesca e del disastro ambientale connesso alla siccità, nel 2022 l’Italia ha visto crescere del 34% le importazioni di pesce e frutti di mare dall’estero, come rivelato dall’Istat.

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